Mio padre Sebastiano è morto l'11 novembre 2016 per le conseguenze di un adenocarcinoma. A Lucia, mia madre, è stato diagnosticato nel 2014 il morbo di Alzheimer. Quando si è ammalato, mio padre ha iniziato a raccontarmi la sua vita mettendo, così, ordine anche tra le testimonianze confuse di mia madre. Lei ha disimparato cose elementari come vestirsi in modo corretto, lavarsi e mettere le cose in ordine. Io sono il suo caregiver. Come molti altri malati nelle sue condizioni, è spesso irascibile e aggressiva perché non ha più gli strumenti per decifrare cosa le succede intorno. In Caregiver Whisper racconto piccole storie di vita nella malattia, tra le mille difficoltà con cui mi sono dovuto misurare, il più delle volte da solo, e l'ironia che ci ha aiutato a non impazzire nei momenti più difficili. Questa rubrica è dedicata ai miei genitori, alle persone che mi sono state accanto in questo percorso e a chi si trova, come me, a guardare in faccia la realtà, cercando di elaborare un lutto che lutto ancora non è.
09 febbraio 2020
Tutte le volte che mi ritrovo a pulire Lucia dopo che ha espletato le sue funzioni, so già dal principio quello che mi toccherà in sorte quando proverò a cambiarla. Di solito mia madre alterna insulti e pugni a bestemmie e spintoni. Lo fa in maniera democratica, distribuendo il tutto in parti eguali tra me, la badante e la oss che una volta alla settimana passa per aiutarci a farle il bagno. Mia madre, quando vede l’acqua, si trasforma, il volto diventa tutto rosso e capisci subito che sta per esplodere. Quando arriva l’ora della doccia, la puoi sentire urlare con tutta la forza che ha: “Basta, finiscila, che fai puttana?, mannaggia chitemmuort, sai che vuol dire chitemmuort?, ma lo vedi che so’ tutta rotta?, chiudi, puozza crepà, basta, dai, chitemmuort, mannaggia crill, oi mamma, signora vieni qua per favore, zoccolona, non voglio niente, vafangul, non vuoi niente perché sei la zoccola di chitemmuort, hai capito?”
Succede sempre, nei giorni successivi, che quando incontro i vicini chiedo scusa per le urla di mia madre. Loro mi dicono sempre di stare tranquillo, che tanto non succede niente di male, sanno come stanno le cose e va bene così.
Ci sono dei giorni in cui Lucia, dopo essersela fatta addosso, non ha nessuna voglia di farsi pulire. Qualche volta, spazientito, le ho mostrato il suo prodotto interno lordo, per spiegare il motivo per cui volevo aiutarla a lavarsi. Lei, però, non riusciva a capacitarsene e diceva che quella di certo non era roba sua, perché lei certe cose non le fa. Una volta mi ha spiegato che qualcuno deve aver messo lì tutta quella roba per farle un dispetto. Un’altra volta le ho raccontato che era stato il ciuccio a farle trovare tutto sporco e, dopo averla lavata, ci siamo messi a girare per casa alla sua ricerca.
Oggi è andata decisamente meglio. Complice la sua amica dello specchio, si è fatta lavare ma, visto che non stava mai ferma, ho inzuppato parte dei miei vestiti. Così metto un po’ di musica e faccio sedere Lucia in cucina. Io, intanto, vado in camera a prendere dei vestiti che la tengano al caldo. Tra poco usciamo e andiamo al bar dove, come ogni domenica, passiamo un po’ di tempo con altre persone colpite dalla demenza, con chi li assiste e con alcuni volontari. Fanno tutti parte degli Smemorati di Via Padova, l’associazione che ho fondato insieme ad altre persone che – proprio come me – hanno un malato di demenza in famiglia. Visto che i servizi per i caregiver e per i malati scarseggiano (eufemismo), abbiamo deciso di inventarci qualcosa che desse a entrambi – ai malati e ai loro cari – la possibilità di fare rete. Riusciamo a svolgere diverse attività anche grazie alla collaborazione con altre realtà del territorio e di professionisti che mettono a disposizione le proprie competenze. L’idea è di riportare il malato al centro del quartiere, di fare in modo che né lui né chi lo assiste finiscano relegati in casa. Durante le attività, Lucia si diverte, partecipa e tiene banco. E a me vengono in mente sempre le parole del geriatra della struttura in cui mia madre è stata ricoverata lo scorso anno per 49 giorni: «Sua madre non ha svolto le attività perché non è collaborativa». Così, mi chiedo quanti saranno gli anziani che ogni giorno vengono considerati non collaborativi, restando abbandonati a se stessi in un letto o su una sedia.
Mentre mi tolgo i vestiti bagnati, Lucia inizia a chiamare: «Tonino, vie’ qua.»
M: «Tonino?», urlo dalla mia camera.
L: «Eh, vie’ qua.»
M: «Arrivo.»
L: «E muovt.»
M: «Lucì, aspetta che finisco di vestirmi.»
Quando torno in cucina, mia madre si è tirata i pantaloni su fino al ginocchio e ha le ciabatte al contrario. Quando gliele sistemo, mi accorgo che dentro una ciabatta, in punta, ha messo due fazzoletti di carta appallottolati. Li tolgo e lei mi dà un pugno in testa, dicendo che devo lasciarli lì che sono suoi.
M: «Ma non ti servono lì dentro.»
L: «Lo dici tu.»
Finisce che li ripiego, cercando di ridare loro la forma originaria, e poi li appoggio sul tavolo. A lei servono, anche se non si sa bene cosa ne deve fare. Quando li prende, cerca di avvolgerli nella maglia che ha addosso e alla fine li mette dentro il pannolone. Le tasche, ormai, non hanno più alcuna utilità.
Ogni volta che andiamo al bar dagli altri smemorati, Lucia è quasi sempre sorridente, a volte sembra addirittura “presente”. Inizia a parlare con la sua immagine riflessa allo specchio o con Cicchiniello, mangia una brioche che le offre Barbara, la proprietaria del bar dove svolgiamo le attività della domenica, e a volte beve una spremuta che le offro io. Quasi sempre, fa delle battute sconce a Delio, il marito di Leonarda, altra smemorata. Oggi, per esempio, quando l’ho accarezzata con la mano fredda, mi ha sorriso e poi ha detto a Delio: «Lui ha freddo, è per quello che non gli funziona più il coso», scatenando l’ilarità generale.
Una volta tornati a casa, però, Lucia ha cambiato umore, diventando di nuovo rossa in volto. Vuole andare a casa sua e, quando le racconto la solita storia, che per oggi dobbiamo restare qui, mangiamo, andiamo a dormire e domani mattina passa Eugenio a prenderla, mi insulta e mi tira un pugno. A differenza di altre volte, ci resto un po’ male. Cambio stanza e cerco di non farmi vedere per un po’, aspettando che le passi. Poi, qualche minuto dopo, mi avvicino e le chiedo se mi dà un bacio.
L: «No.»
M: «Come no?»
L: «Ho detto di no.»
M: «Scusa, non me ne dai nemmeno uno?»
Mia madre resta zitta.
M: «E dai, dammi un bacio», chiedo, mentre mi torna in mente una scena famosa del film Caruso Pascoski di padre polacco, con Francesco Nuti e Novello Novelli.
L: «Ti ho detto di no, che cazzo.»
M: «Scusa, ma perché ti arrabbi? Ho fatto qualcosa di sbagliato? Ti ho chiesto solo un bacio.»
L: «Ma io nun ne tengo. Fattil ra da n’ata.»
Quando faccio per uscire di casa, ho addosso quella sensazione tipica di malinconia che accompagna spesso il caregiver e mi chiedo se abbia senso tutta questa fatica, tutto questo tempo a perdere. In quel momento mi chiede dove sto andando.
M: «Vado a fare la spesa e poi torno.»
L: «Ma torni subito?»
M: «Sì, il tempo di comprare qualcosa da mangiare.»
L: «Ah. Allora è meglio se aspetto qua. A casa ci vaco domani.»
© Marco Annicchiarico
– – – – – – – – – – – – – – –
Ordine cronologico:
(caregiver 01) – 12 aprile 2015
(caregiver 58) – 19 giugno 2015
(caregiver 87) – 20 giugno 2015
(caregiver 30) – 20 dicembre 2015
(caregiver 92) – 24 dicembre 2015
(caregiver 12) – 26 dicembre 2015
(caregiver 77) – 28 dicembre 2015
(caregiver 24) – 29 dicembre 2015
(caregiver 20) – 30 dicembre 2015
(caregiver 25) – 31 dicembre 2015
(caregiver 16) – 05 gennaio 2016
(caregiver 02) – 19 gennaio 2016
(caregiver 09) – 02 febbraio 2016
(caregiver 69) – 03 febbraio 2016
(caregiver 37) – 12 febbraio 2016
(caregiver 45) – 02 marzo 2016
(caregiver 10) – 09 marzo 2016
(caregiver 04) – 13 marzo 2016
(caregiver 18) – 28 marzo 2016
(caregiver 28) – 01 aprile 2016
(caregiver 47) – 03 aprile 2016
(caregiver 59) – 13 maggio 2016
(caregiver 08) – 17 maggio 2016
(caregiver 76) – 18 maggio 2016
(caregiver 70) – 27 maggio 2016
(caregiver 94) – 13 giugno 2016
(caregiver 46) – 15 giugno 2016
(caregiver 80) – 18 giugno 2016
(caregiver 72) – 19 giugno 2016
(caregiver 13) – 20 giugno 2016
(caregiver 34) – 21 giugno 2016
(caregiver 38) – 15 luglio 2016
(caregiver 35) – 20 luglio 2016
(caregiver 67) – 16 agosto 2016
(caregiver 14) – 22 agosto 2016
(caregiver 44) – 24 agosto 2016
(caregiver 86) – 26 agosto 2016 (mattina)
(caregiver 93) – 26 agosto 2016 (pomeriggio)
(caregiver 51) – 06 settembre 2016
(caregiver 23) – 08 settembre 2016
(caregiver 83) – 11 settembre 2016
(caregiver 52) – 12 ottobre 2016
(caregiver 49) – 15 ottobre 2016
(caregiver 21) – 16 ottobre 2016
(caregiver 84) – 22 ottobre 2016
(caregiver 27) – 23 ottobre 2016
(caregiver 71) – 29 ottobre 2016
(caregiver 91) – 03 novembre 2016
(caregiver 07) – 04 novembre 2016
(caregiver 17) – 05 novembre 2016
(caregiver 75) – 06 novembre 2016
(caregiver 65) – 17 novembre 2016
(caregiver 22) – 12 gennaio 2017
(caregiver 33) – 21 gennaio 2017
(caregiver 32) – 24 marzo 2017
(caregiver 48) – 01 aprile 2017
(caregiver 41) – 11 giugno 2017
(caregiver 06) – 04 luglio 2017
(caregiver 03) – 14 agosto 2017
(caregiver 74) – 22 novembre 2017
(caregiver 05) – 11 dicembre 2017
(caregiver 95) – 22 dicembre 2017
(caregiver 29) – 15 gennaio 2018
(caregiver 11) – 30 gennaio 2018
(caregiver 42) – 25 febbraio 2018
(caregiver 15) – 03 marzo 2018
(caregiver 19) – 15 marzo 2018
(caregiver 62) – 28 marzo 2018
(caregiver 64) – 06 aprile 2018
(caregiver 88) – 13 aprile 2018
(caregiver 40) – 18 aprile 2018
(caregiver 26) – 19 maggio 2018
(caregiver 31) – 21 giugno 2018 – Lettera aperta al Ministro Salvini
(caregiver 89) – 06 giugno 2018
(caregiver 36) – 11 luglio 2018
(caregiver 97) – 24 luglio 2018
(caregiver 39) – 11 settembre 2018
(caregiver 43) – 12 ottobre 2018
(caregiver 50) – 26 novembre 2018
(caregiver 55) – 03 gennaio 2019
(caregiver 54) – 07 gennaio 2019
(caregiver 53) – 09 gennaio 2019 – Il punto della situazione
(caregiver 56) – 21 gennaio 2019
(caregiver 57) – 03 febbraio 2019
(caregiver 60) – 17 febbraio 2019
(caregiver 61) – 27 febbraio 2019
(caregiver 63) – 01 marzo 2019
(caregiver 66) – 31 marzo 2019
(caregiver 68) – 18 aprile 2019
(caregiver 73) – 23 maggio 2019
(caregiver 78) – 02 giugno 2019
(caregiver 79) – 30 giugno 2019
(caregiver 81) – 09 luglio 2019
(caregiver 90) – 16 agosto 2019
(caregiver 82) – 17 settembre 2019
(caregiver 99) – 23 settembre 2019
(caregiver 85) – 29 settembre 2019
(caregiver 96) – 5 gennaio 2020
(caregiver 98) – 26 gennaio 2020
(caregiver 100) – 09 febbraio 2020
(caregiver 101) – 23 febbraio 2020
– – – – – – – – – – – – – – –
Se volete leggere altre “storie di ordinario Alzheimer”, potete seguire i miei account social Instagram e Facebook.