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Milena Milani, Che meraviglia far Natale a Venezia

Nel giorno dell’anniversario della nascita di Milena Milani (24 dicembre 1917-9 luglio 2013), un suo articolo natalizio che riguarda Venezia scelto in collaborazione con la fotoreporter e sua amica Maria Ester Nichele e Abc Veneto (qui).

Milena Milani fotografata da © Maria Ester Nichele
a Venezia nell’ottobre 1995

Già a mezzogiorno le lampadine colorate sui lunghi festoni vengono accese, sembra di camminare in una foresta incantata, quando si alzano gli occhi ci si perde nel rosso, nel giallo, nel blu, poi ci sono enormi stelle di Natale molto casalinghe, dolcissime, sembrano quelle sulla capanna del Presepio. Tutta Venezia è addobbata per la ricorrenza più cara agli uomini di buona volontà. In ogni chiesa c’è un Presepio, in ogni calle le luci si rincorrono, in ogni vetrina ci sono alberelli illuminati, gli oggetti esposti tra oro e argento invitano i ritardatari per le ultime spese. E le gondole? Si sono fatte lustre, levigate, i loro padroni gondolieri hanno lavorato di fino, i cuscini ben messi, i paramenti in perfetto ordine, le forcole senza un graffio, e su alcune persino stelle comete con un’immensa cosa come una chioma femminile. È freddo, ma l’aria è asciutta, sana, arriva l’odore del mare; di notte poi c’è una luna mai vista, bianca, contornata di stelle. La poesia di Venezia in questi giorni è indescrivibile, salire su una gondola e farsi condurre sull’acqua, come scivolando, mentre il remo non fa rumore, significa percorrere una strada unica, quella del Canal Grande, su cui si affacciano i palazzi antichissimi, dalle nobili facciate, dalle ardite architetture. Su Venezia tutto è già stato scritto, ma tutto si può scrivere. Il gondoliere che mi trasporta rispetta il mio silenzio, ma se intuisce che ho voglia di parlare, si scatena in una girandola di immagini. Stavolta, mentre passiamo sotto il ponte dell’Accademia, credendo che sia una turista, mi racconta che a metà Ottocento un certo ingegnere Neville ne progettò uno in ferro, poi nel 1934 se ne fece un altro provvisorio in legno, e adesso c’è questo ponte nuovissimo, ma chissà se sarà il definitivo. Mentre parla, incrociamo vaporetti e motoscafi che alzano onde, allora il mio gondoliere protesta con dialettali e pittoresche invettive. Scendo davanti all’Harry’s Bar in calle Vallaresso, vado a trovare Arrigo Cipriani, «bettoliere» preferito d Hemingway, diventato anche lui scrittore. Il suo ultimo romanzo, Eloisa e il Bellini (Longanesi), molto surreale e pieno di humour «Natale a Venezia? Può essere meraviglioso, del resto ricordiamoci che il sesto giorno Dio creò il barman. Invece di Eva gli dette uno shaker, poi il ghiaccio, poi un paio di bicchieri. E gli disse: Mescola per la gioia dei tuoi simili! Lo scrivo a pagina 102 del mio romanzo: che cosa bevi?». Naturalmente ho scelto un fresco, delizioso Bellini, cioè pesca e Champagne che Cipriani prepara in maniera superba, ho brindato a Natale, poi sono andata all Galleria Nuovo Spazio, dove la mia amica pittrice Gina Roma espone i suoi ultimi lavori, sul tema «La natura, l’amore e altre cose…» Quali sono queste altre cose, piuttosto intriganti, considerati anche i puntini di sospensione? Passando per calle Larga Ventidue Marzo ho salutato nella sua farmacia il dottor Giovanni Puppin e sua moglie Leda, entrambi indaffarati: anche qui c’era un’atmosfera natalizia, nonostante le medicine. Mi trovo proprio al centro di Venezia, dove i negozi più eleganti hanno vetrine tutte da contemplare. Ma la gente fa spese? Il boom c’è soprattutto sulla vendita di panettoni, sono comparse anche le bancarelle con i torroni e i croccanti, in campo San Maurizio c’è il mercatino dell’antiquariato.  Le tredicesime veneziane finiranno tutte per saziare lo stomaco e magri per creare disturbi di digestione? Speriamo di no, ma bisogna dire che, nonostante il suo fascino che non si discute, Venezia soffre di molte crisi. Molti veneziani, per esempio, affrontano un viaggio fino a Mestre, in terraferma, per far acquisti che costano meno. Anche così, con qualche problema economico, però è sempre Natale. I bambini sono felici dei loro regali, riceverli a Venezia è già un premio unico.

 

In «Stampa Sera», 22 dicembre 1986.


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