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«Visioni sonanti»: intervista a Patrizia Mattioli

L’incontro con Patrizia è avvenuto nel 2015 nell’ambito di Electro Camp, Festival di arti performative che ha luogo da alcuni anni a Forte Marghera, Venezia-Mestre. Iniziava lì uno scambio forse timido ma proficuo, di letture, visioni del mondo, uno scambio che è soprattutto musicale. Mentre il mio orecchio era teso e i miei occhi erano pronti a scoprire novità e a farle proprie (o a riscoprire quello che, nel profondo, mi appartiene da sempre) il suo live con la danzatrice Marta Ciappina mi catturava, mi ammaliava. Restavo folgorata dal lavoro di Patrizia pur sentendo di non avere tutti gli strumenti per comprenderlo; la stessa cosa accadeva lo scorso gennaio a Venezia, in occasione del sesto compleanno della netlabel veneziana electronigirls: il suo live concert (che si può riascoltare qui) diventava un’esperienza di ascolto che ripeterò spesso, in seguito. Da questi ricordi affettivi e molto personali nasce la chiacchierata informale che leggiamo oggi, alla scoperta di un mondo plurimo che − proprio per la sua complessità − merita tempo e attenzione.

Alessandra Trevisan

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Da molti anni ti occupi di musica elettronica “di ricerca” e di elettroacustica ma la tua storia musicale inizia altrove. Voglio chiederti come tu sia approdata a questo ambito e di definire – in modo più appropriato di quanto possa fare io – quale sia il tuo lavoro oggi. Inoltre, non te l’ho mai chiesto ma trovo sia d’obbligo: quando è maturata questa scelta di lavorare con la musica elettronica, in quali termini si è declinata all’inizio e quali sono stati i tuoi principali punti di riferimento da subito nel tuo percorso?

La mia storia inizia dal Conservatorio di musica “Arrigo Boito” di Parma con il corso di clarinetto e il conseguimento del diploma nel 1993. In quel periodo ho iniziato a frequentare, come polistrumentista, gruppi di avanguardia musicale quali  T.A.C., Kinoglaz, Kind of Cthulhu. Sono approdata così in diversi generi musicali passando dalla musica classica, contemporanea al post industrial, al dark, eccetera. Ho iniziato ad improvvisare con qualsiasi tipo di strumentazione, synth, percussioni, gong, drum machine, clarinetti.
La possibilità di ampliare i miei orizzonti con i musicisti più svariati mi ha permesso di arrivare finalmente alla composizione. L’incontro con il teatro Lenz Rifrazioni è stato fondamentale.
Ho intrapreso un viaggio di ricerca sonora lavorando a stretto contatto con attori, registi, artisti drammaturghi, poeti. Musica per la scena scritta e suonata dal vivo. La ricerca della drammaturgia sonora.
Il percorso compositivo all’interno della compagnia è durato 8 anni, la sperimentazione timbrica si è evoluta passando dalla strumentazione classica fino all’analogico, synth, campionatori, registrazioni, concept sound di paesaggi sonori per installazioni con artisti visivi. Dopo questi anni intensi di lavoro ho deciso di intraprendere un periodo sabbatico fuori dal teatro e fondamentalmente fuori dall’Italia.

Nell’estate del 97 sono partita per Londra per esplorare me stessa e ricercare una nuova maturità artistica. L’anno londinese mi ha portato a nuove partiture, sperimentazioni con suoni urbani, musiche per cortometraggi. A Londra è nata Dance for a Tube Station, partitura per violino e paesaggi sonori ed elettronica (soundscape metropolitana londinese). Il violinista ha una notazione complessa, un concertato di linee della tube station e notazione per arco. La partitura è stata eseguita a Londra e a Monaco dal violinista Adriano Engelbrecht. In seguito The Tower of Babel Partitura per quattro lingue d’attore ed elettronica importante composizione che delineerà la mia  ricerca stilistica.
The Tower ha una strumentazione analogica – campionatori, drum machine, microfoni, pedali, effetti: le quattro voci dialogano con sonorità impazzite nella caduta della torre
La composizione vince il concorso all‘Ircam di Parigi (Institut de Recherche et Coordination  Acoustique/Musique). Ho la possibilità di studiare a Parigi per uno stage intensivo di informatica musicale all’Ircam. Da questo periodo ricco di stimoli decido di lavorare assiduamente alla musica elettronica dialogando tra analogico e digitale. Johanna M. Beyer, Alice Shields, John Cage, Luigi Nono, Erik Satie, Karlheinz Stockausen, Daphne Oram, Giacinto Scelsi, Kraftwerk, Pierre Schaeffer, Cluster, Xenakis sono stati i miei punti di riferimento del mio percorso.

Il tuo lavoro si è sviluppato in ambiti diversi e senza dubbio affini: il rapporto con il teatro e con la danza – con il corpo e la scena, forse – è pregnante nella tua pratica. In che modo la tua musica interagisce con queste forme artistiche? Potresti introdurci almeno due progetti recenti, nei rispettivi ambiti, cui hai partecipato o stai partecipando?

Il mio lavoro, negli anni, ha approfondito il rapporto con il corpo in scena. Gli ultimi progetti sono stati molto importanti: Digitale Purpurea è un live concert-spettacolo con la compagnia Stalker/Daniele Albanese. Le musiche per questo spettacolo di danza sono un vero live electronics con i danzatori che accompagnano, intercettano, scuotono ritmicamente i corpi in una vibrazione ritmica inarrestabile. Il secondo spettacolo è stato “AKASMIK – IMPROVVISO Dance Poetry Music” dedicato al poeta Roberto Sanesi: Bharatanatyam e Danza Contemporanea: Nuria Sala – Musica voce and Live Electronics: Patrizia Mattioli – Tabla Percussioni Elettronica Voce: Federico Sanesi – Poesie di Roberto Sanesi.

Improvvisare è come andare in “estasi” (letteralmente stupirsi, astrarsi dalle cose del mondo) è entrare cioè in quel particolare “stato modificato di coscienza”, attraverso il quale è possibile instaurare uno straordinario contatto con il corpo, lo strumento, la parola e la musica creata.

Il progetto “Akasmik-Improvviso” compone ed elabora dialogando a tre, la combinazione è tra movimento, flusso poetico e musica. Parola – Suono – Gesto – Visione. La raffinata e profonda poesia di Roberto Sanesi amplia lo spettro sonoro nel nostro trio, suggerendo molteplici interpretazioni possibili. Akasmik è “Improvviso”, stupore, scintilla, cogliere la visione dell’attimo. Entrare cioè in quel particolare “stato di coscienza”, attraverso il quale è possibile instaurare uno straordinario contatto con il corpo, lo strumento e la musica creata. In questa magica dimensione, ogni nota, ogni accordo, ogni suono, ogni movimento diventa meravigliosamente bello e carico di significato. Conoscersi e conoscere attraverso l’azione: danza, poesia e musica; oltre barriere di spazio e tempo, in cerca di accordi d’anima, di ponti tra terra e cielo. Le composizioni dialogano con suoni manipolati, frammenti poetici e si sviluppano con la danza e le percussioni in una estatica visione sonante.

Il musicista Federico Sanesi interagisce nel progetto, con il Tabla, la Voce, le percussioni e l’elettronica, in un dialogo sonoro e un racconto metrico sofisticato e complesso, intrecciando linguaggi e mondi diversi, verso nuove narrazioni: luoghi espressivamente distanti ed al tempo stesso emozionalmente vicini (da vedere qui).

Il terzo è un progetto che ho nel cassetto dei sogni da tanti anni. È la messa in scena di Liturgia per Hildegarda legato alla figura di Ildegarda di Bingen (1098- 1179) religiosa benedettina, mente straordinaria per forza e energia, scrisse moltissimo e in base alle sue opere può essere considerata profeta, poetessa, drammaturga, musicista, compositrice esperta in fisica, astronomia, e in morale politica. Il progetto è con la regista e drammaturga Ilaria Gerbella con la quale collaboro da anni con progetti e laboratori teatrali. Il Progetto si articola in tre studi intermedi:

Studio I – LA DRAMMATURGIA DELLA PAROLA

In scena un’attrice a dare voce alla potenza simbolica e arcaica della parola di Ildegarda, una musicista/compositrice a tessere la via sonora.

Studio II – LA DRAMMATURGIA DEL SUONO

In scena una cantante e una musicista/compositrice.

Le spirali sonore e la ricerca del consonare ci portano, attraverso la visione armonica di Ildegarda, a un limite armonico tra composizione musicale antica e contemporanea giungendo ad una nuova ma fedele canzone liturgica.

La via sonora: tra silenzio, respiro, voce, canto si verticalizza in un’unica sequenza musicale elettroacustica, basata su manipolazione di suoni, tecniche di sintesi e di campionamento. Studio ed elaborazioni di paesaggi sonori.

Studio III – PAROLA E SUONO

Partitura completa per spettacolo

In scena le tre figure femminili che hanno abitato i precedenti studi. Un trittico che riverbera e allude alla pittura medioevale. Al centro l’attrice agisce l’aspetto più intimo di Ildegarda; la cantante traccia le sonorità della beatitudine e la musicista/compositrice opera unità alchemiche di parole/canto/musica/suono.

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La poesia e il  rapporto  con  la  parola  pare  fondamentale  per  te  e,  nell’ultimo  anno,  hai realizzato progetti su autori quali Alda Merini, Shakespeare, Sanesi appunto, Amelia Rosselli e molti altri. In particolare Cadute – Falls. Concerto poetico per Amelia Rosselli con Adriano Engelbrecht è un lavoro recente, presentato a “Bologna in Lettere 2016” e al Museo Uomo Ambiente di Bazzano (Parma) dove, con Daniela Rossi, avete inaugurato un archivio video di poesia contemporanea. Ti chiedo di parlarci di come sia nato questo progetto e come abbia trovato forma. Quali direzioni – luogo e tempo – prende la musica: interpreta? Interagisce? Si sottrae? Incorpora o scorpora?

Il rapporto con la parola, il testo teatrale o poetico nasce, come ho detto precedentemente,  in teatro e in sinergia con attori e poeti. Ho conosciuto Daniela Rossi alla fine degli anni ‘80. In quel periodo Daniela era già direttore artistico del Festival internazionale di poesia DI VERSI IN VERSI, in seguito di Donne in Jazz, PARMAPOESIA, Riso Rosa, Bolzano Poesia.
Ho iniziato a lavorare con lei in quegli anni mantenendo la collaborazione fino ad oggi nel progetto Fragili Guerriere. Il progetto è nato dalla matrice Fragili Guerriere su Patrizia Vicinelli, Amelia Rosselli e Rosaria Lo Russo.
Cadute – Falls. Concerto poetico per Amelia Rosselli con Adriano Engelbrecht è un lavoro recente; presentato a “Bologna in Lettere 2016” e al Museo Uomo Ambiente di Bazzano (Parma, maggiori info qui) è un concerto poetico nel quale la lingua della Rosselli non dà tregua, la parola esplode in un pirotecnico vorticare di sonorità, suoni corporei che interagiscono precipitano in gettate di suoni. La partitura di voce/parola ha un accostamento reverenziale, è sottrazione di ogni retorica declamazione, è necessità di “metrica” esecuzione.

Altro progetto poetico musicale è Pentagramma di Sogni con la straordinaria attrice Sandra Soncini e la splendida voce della cantante Alessia Galeotti. I testi sono di Alda Merini e di Shakespeare gli ultimi dieci minuti di Desdemona di Otello. La partitura è una composizione dell’inconscio, i suoni accordano e contrastano i sogni. Note, ritmi, timbri. “Frequenze che si incrociano, radio fantastiche, onde che si infrangono in canti sognanti senza tempo, pulsioni ipnotiche.” Il sogno diventa una scatola sonora elettronica che dal profondo degli ingranaggi si armonizza verso spazi di libertà.

PENTAGRAMMA DI SOGNI from Patrizia Mattioli on Vimeo.

Sento un forte legame con la letteratura, fondamentale per la mia musica oserei dire vitale! Traggo spunti, visioni e stimoli.

Il prossimo 25 ottobre presenterai il tuo nuovo disco, Increase, ai Magazzini del Sale di Venezia (in una serata che vedrà ospiti Corrado Gemini-CTRL, la musicista statunitense R.Ariel e LECRI – qui). Il disco uscirà per la netlabel electronicgirls.org. Vorresti introdurci il disco senza svelarne i contenuti in anteprima?

Ogni particella, ogni corpo, ogni aspetto dell’esistenza sembra essere espressione dell’informazione, informazione che, attraverso il cervello o la mente, interpretiamo come il mondo fisico. […] Gli organi fisici del cervello potrebbero essere solamente i circuiti che rendono la mente percettibile agli esseri umani. In tal caso una forma di coscienza potrebbe rimanere intatta. Se rompete una radio non potrete più ascoltare la musica, ma le onde radio continueranno a esistere. Viene a mancarci solo l’apparecchiatura che trasforma la radiazione elettromagnetica in onde sonore meccaniche. Il cervello svolge lo stesso ruolo che la radio svolge nei confronti della musica. [Gerald L. Schroeder]

Increase è una prima sintesi di un percorso di esplorazione e studio accompagnato da pensieri, ipotesi, visioni, passioni nel mondo della fantascienza, della fisica quantistica e della letteratura. Il concetto di materia sonica si concretizza attraverso frequenze, memoria morfica, trasformazione e aumento (increase) delle risonanze.

Nel brano Tricorder ad esempio, il tricorder è uno strumento diagnostico utilizzato nella nota serie di telefilm di fantascienza Star Trek. È un apparecchio che fa lo scanning delle frequenze dell’organismo per diagnosi ed eventuale terapia. In questo momento una nota azienda leader dell’elettronica di microprocessori sta cercando di realizzarlo dopo aver lanciato qualche hanno fa una gara internazionale per la sua realizzazione.

Ho immaginato il noto scienziato S. Hawking presentare con la sua voce questo strumento meraviglioso catturafrequenze della nostra struttura cellulare…

La mia musica ricerca onde radio in continua trasformazione nella memoria, nelle parole, nella teatralità del corpo.

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Patrizia Mattioli è musicista e performer di electroacustica. Dialoga tra analogico e digitale, tesse soundscapes texture e impro per teatro danza e video. www.patriziamattioli.it | La sua pagina Facebook qui


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