poni delicatamente l’orizzonte del tuo occhio oltre la riva d’acqua
guardi il soffio e il contorno: nulla è livido nulla è
sessualmente strumentale – ma rimane
la toccata il richiamo
al principio: puoi ruotare come dentro un
cerchio concentrico
pompando il grande sesso
pompando il vuoto
.
*
è la testa che fa male il petto che dondola l’orecchio che non permette
non permette – dondola di nuovo – nuda
al tavolo ti scrivo con la lingua a penzoloni – nuda sempre
più nella doccia gridando lo
svuotamento – gridando supplico piangendo faccio il collo
prolungamento nell’intreccio
delle dita – faccio spaccato faccio
tutto quello che posso: per scriverti – nuda nello inverno faccio
al tavolo il tempo
disegnando l’asse l’inclinazione
.
*
(io sono il suono che manca io sono il mancare del suono io sono la fame
che manca il muro è il mancare del suono io sono il suono che manca io
sono il trasgredire dell’aria e il muro trasgredisce il muro fa la fame l’occhio
fa l’assenza la gola fa la parola)
.
*
mi dico sono completamente fuori mi dico ferma il volante che
può diventare giocattolo vivente – roba da
grotta – mi dico ma sarà divertente sarà come la
giostra e poi io posso
comandare il galoppo – quadruplicato essere motore generazione
corpo a corpo e scheggia
fredda
posso essere serva della porta chiusa della parola della tetta scoperta
leccata da gelato da babbo – posso con il reggi-
calze camminare a tacco a filo di fango
posso il non voglio posso il tutto aperto al fiume sempre a
significante divorante e
tuono di ginocchia scricchiolate –
.
*
un po’ vomitevole a notte fonda un po’ allegra aggiungo il trucco
da pompa funebre:
mortalmente spiffero la mancata rivoluzione mortalmente trascino
a vuoto il materiale – impotenza
del mio fallo poetico
a cui serve la prescrizione farmaceutica del viagratico viandante
fuoriuscito –
soffrendo la scomparsa soffrendo deduco la necessità
del lavoro grezzo lavoro sillabico della
cenere:
e penso così a un cortometraggio a un
ritorno all’uomo – a un suo
slancio – visibile
bisogno di fare del suo cuore il centro e il
mancato verbo
.
***
Roberta Sireno (Modena, 1987) ha pubblicato il primo libro, Fabbriche di vetro (Raffaelli Editore), nel 2011. Vincitrice di alcuni premi, nel 2009 è risultata prima classificata al concorso di poesia ‘Certamen’ del Centro di Poesia Contemporanea di Bologna, e nel 2013 prima classificata al concorso di poesia ‘Dentro che fuori piove’ promosso dall’Università di Bologna. Svolge attività performative e poetiche in diverse realtà artistiche e teatrali, in particolare all’interno del Teatro Valdoca di Cesena.
2 risposte a “Inediti di Roberta Sireno”
L’ha ribloggato su Aithne.
"Mi piace""Mi piace"
Grazie Paola.
"Mi piace"Piace a 1 persona