
Giugno 1944
danzano le lepri
sulle radure
nelle notti d’estate
quando la luna è colma
e forte splende?
questo narra l’Antico
e il giovane pastore
serra il suo branco
nella stalla odorosa
di paglia ed erbe,
s’avvia verso la macchia
che sopra il Fontanino si distende,
nel mezzo una radura
vasta e quadra,
forse la luna
proprio sopra pende
stanno le lepri
chiare dentro
l’erbe scure,
immobili, col capo
in alto volto,
la luna s’ intravede
ma è lontana
dopo un frusciare
avverti nella macchia,
strisciano quelli
col ferro calato
quasi agli occhi,
in mano hanno fucili
corti, da mitraglia
fuggono le lepri
tra ceppi folti,
e la danza?
se l’Antico ha ragione
non può saperlo
dopo s’odono spari
su al Convento
quello coi muri rotti
e diroccati,
dicono che è il rifugio
dei partigiani
la sera dopo
siedono alla panca,
di grascioletti e lardo
la tavola colma,
l’acetilene splende,
non soffia il vento,
ma quelli su al convento
sono morti
Agosto 2019
Jacopo ormai grande
Jacopo quasi non ricordo
tu che cammini
in fondo alla piscina
tra le bolle
elfo inconoscibile
e distante,
o avanzi dentro i campi
d’Abruzzo tra sciami
di cavallette
e le distanzi,
o ancora fermi l’acque
che al tuo piede s’arrestano là
sotto il Conero
ai Sassi Neri,
ora possente e muto
mi fissi,
così lontano,
Jacopo non ancora nato
che ogni corso mutavi
ed un’intera stagione
mi rapinavi,
e dopo venne il male
che il tuo viso perfetto
appena, appena piega
ma non incrina,
Jacopo delle corse
e dei dolori,
Jacopo del riso
e dello sconforto,
sei nella vita
quella svolta improvvisa
che non t’aspetti,
la tragica bellezza
che i tuoi giorni inchioda
al suo percorso
Agosto 2019
Madre
madre, così lontani
i volti,
oltre la nebbia sconfinata
– un fumo li disegna
appena, appena
come ciocco ormai spento
fa nel camino –
dietro la casa antica,
dietro la balaustra
che s’apriva all’Immenso,
lì del padre s’aspetta
il ritorno
e la sorella bruna
mi guida
alla cerca del muschio
nelle valli d’infanzia
sconfinate
e con gesti perfetti
l’altra dispone
limpide statuine
nell’angoliera
non ho più immagini
d’allora,
ma quello è un tempo
non adatto a pellicole
e figure
e nella mente s’appanna
a poco a poco
con gli occhi
e con le mani
ti cerco il volto,
la memoria pervade
la mia giornata
Agosto 2019
© Umberto Piersanti