Sento il tuo disordine
e lo comparo al mio. C’è
somiglianza. C’è lo stesso slabbro
di ferite identiche. C’è tutta la voglia
di un passo largo in una terra
sgombra che non troviamo.
Sento il tuo respiro schiacciato
lo sento somigliante
ti sento piano morire
come me che non controllo
l’accensione del sangue.
Anch’io cerco una libertà che mi
sbandieri, una falcata
perfetta, uno stacco d’uccello
dal suo ramo, quando si butta
improvviso e poi plana.
3 risposte a “I poeti della domenica #322: Mariangela Gualtieri, Sento il tuo disordine…”
…mi sembra poco allusivo,
“una falcata perfetta…”
boh?!
Prova…prova di polemica…
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Mariangela Gualtieri ravvisa, quasi per un principio di identificazione o comunque di riconoscimento per analogie, la stretta contiguità tra due persone. La condivisione di un disordine esistenziale, della indeterminatezza, della perdurante presenza di ferite slabbrate. Cicatrici comuni che apparentano individui simili.
Per sottrazione dunque si compie questa sorta di agnizione della reciprocità, del comune non respirare, del comune non essere in grado di accendere a sufficienza il sangue. Per inazione, per non compiutezza, per tedio del vivere si matura la svolta conclusiva: il vagheggiamento della libertà, la planata a volo d’uccello, l’individuazione della propria e sola voce.
Ritmo serrato e voluto frazionamento della continuità nei versi che si concretizzano nel ricorso all’enjambement si fondono con una ricercatezza piana del lessico, funzionale alla definizione delle immagini.
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Mi piace appunto questa “planata a volo d’uccello”…”lo stacco” mi dà troppo di coscia, scoperta e deflorata. Superflua allusione.
Almeno credo…
(Asserivo per scoprire qualcuno oltre il vetro…
grazie, comunque
c’è vita nella poesia!…Un abbraccio.)
GRAZIE.
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