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I poeti della domenica #431: Maria Luisa Spaziani, La polena

 

La polena

I

Io sono la polena che qualcuno ha salvato
dalla demolizione di un veliero.
Aquila su scialba insegna d’osteria,
non fisso più orizzonti né tempeste.

Tu che passi sforzati di credere
allo slancio delle mie ali spiegate.
Ai fianchi dello scafo convergono gli oceani.
A me, immobile, i cieli reggono il volo.

 

II

Gli anni si accavallano a riccioli di spuma
e a intermittenti ondate nere.
Mi divide dal mare una spiaggia che cresce
nel cuore della notte e mi ributta
relitti di naufragi.

Bel museo in disordine. Gli oggetti
non sono compatibili. Fra i libri
della mia adolescenza vigoreggiano
i balocchi dei figli, ed a brandelli
sfilacciati il mio abito da sposa.

Non si riposa il mare. E mi pretende
vigile a contemplare quanto resta
sul campo di battaglia. In prospettiva
si inazzurra il passato. E benedico
i miei e altrui peccati.

 

© Maria Luisa Spaziani, Pallottoliere celeste, Mondadori, “Lo specchio”, 2019

Una replica a “I poeti della domenica #431: Maria Luisa Spaziani, La polena”

  1. Un dolente senso di residualità che però non incupisce, solo sottopone l’esistenza al setaccio del tempo oggettivato dal mare che seleziona e spreme ciò che non sempre comprendiamo come essenziale. Bellissimi testi, letti presto di lunedì anziché di domenica, e forse per questo resteranno ancora più impressi.

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