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Amy Kohn “PlexiLusso”. Recensione

amy cover

Amy Kohn è una cantautrice imprevedibile e multiforme. Il suo stile è stato definito un pop moderno e sperimentale, orchestrale e «sofisticato» (lunakafe.com), senza dubbio trasfigurante, trasognato e irradiante, con riconoscibili riferimenti che si spostano verso altri generi: il rock, il jazz, la musica contemporanea e non solo. Dopo The Glass Laughs Back del 1999 e I’m in Crinoline del 2006, a settembre 2014 è uscito PlexiLusso (https://amykohn.bandcamp.com/), terzo album autoprodotto in cui Amy è autrice delle musiche, degli arrangiamenti, dei testi, canta e suona il piano, le tastiere, l’organo Hammond, la fisarmonica – tra i suoi strumenti d’elezione –, e altri oggetti sonori. Il disco è stato segnalato tra le “best of covers of 2014” da Pitchfork.
La copertina, realizzata dallo studio Non-Format di Oslo con una foto di Merri Cyr (che ricordiamo, ad esempio, per la foto di copertina di Grace di Jeff Buckley, n.d.r.), ha un concept originale che sembra ispirarsi vagamente alle opere di René Magritte (viene in mente Le Chateau des Pyrénées) ma anche all’architettura contemporanea (forse quella di Frank Gehry e Zaha Hadid), in una visione quasi surreale: l’artista compare non in primo piano ma come un innesto nell’immagine, in un gioco di stabile disequilibrio dei soggetti, delle luci e delle ombre.
Senza voler forzare ulteriormente l’interpretazione della cover, partire da qui è fondamentale per esplorare il disco, la musica e i testi, poiché formano un tutt’uno congegnato: l’orchestrazione e l’utilizzo di numerosi strumenti sia acustici sia elettrici (tra gli altri l’oboe di Matt Renzi e il Theremin di Rob Schwimmer; l’elenco completo è disponibile in chiusura di questo post) ma anche l’uso dell’elettronica, creano un “suono effervescente” (Wired.com) tenuto insieme dalla voce di Amy sempre in primo piano, e creano anche una complessità contemporanea appunto, che intriga, irrompe e ammalia. La variazione è continua, così come lo sono la ripetizione e la scomposizione, non solo nelle combinazioni strumentali, armoniche e melodiche, ma anche nei registri linguistici e nella scelta di un vocabolario ricercato, prezioso, che da un lato innova quello già di Joni Mitchell e Kate Bush – solo per fare un paio di nomi mainstream, ma si potrebbero citare anche Rickie Lee Jones, Fiona Apple e Regina Spektor – e che, dall’altro, si spinge verso un plurilinguismo peculiare, arrivando a un mix dosato di inglese statunitense e italiano (in Lucertole e Linguaglossa, ad esempio), lingue che Amy Kohn parla correntemente vivendo lei tra gli USA e l’Italia.
Nelle sue canzoni la sintassi e la cura nella scelta delle parole contribuiscono a una costante armonizzazione del linguaggio, del tutto funzionale alla musica: una, lampante, è la predilezione per alcuni sostantivi diversamente cantabili quali «cacophony» o «crinoline» nell’album del 2006, sino a «aeroacrophobia» (da Linguaglossa in PlexiLusso).

Emma
A rose that blooms continually
Emma

Ma anche «continually» da Emma (riportato qui sopra mentre una selezione di testi è in fondo a questo post) restituisce un uso particolare dell’avverbio, che diventa dapprima cellula ritmica, poi parola-suono, quasi a cortocircuitare in modo macroscopico l’attenzione che si potrebbe porre nei confronti dei lemmi principali “Emma-rose”, sebbene il nome proprio “Emma” sia parte costitutiva della strofa con le due sillabe cantate e ripetute.
C’è una complessità mai aliena che, anzi, empatizza con l’ascoltatore il quale, partecipando con il suo orecchio, è in grado di smontare il senso del testo e del disco ad ogni ascolto.

© Alessandra Trevisan

Un’intervista ad Amy Kohn verrà postata sul blog nelle prossime settimane.

*

PLEXILUSSO

LYRICS

Lucertole

I know you get
more out of our knees touching
than out of anything you pay for

Lucertole
marbling every household
Artisanal, and always moving

S-curvaceous reptilian embosses
Squares that click into trysts to cover the losses
Tile puzzle with a design so discreet
This floor isn’t made for feet

So when our limbs
skim pseudo hers to hims
Casually, only as a lesson

(in minutiae throes
all of my hubris slows)
I am above my own impression

*

Linguaglossa

Linguaglossa
Lavatongue licks me down from aeroacrophobia

Why am I
shy of the sky?

At Etna’s breastbone,
il fico d’India pricks me with an analgesic
Tricks me to believing I’m at ease
Igniting my hand synapses to seize it

Like a captive sow who mouths her cage, to furrow in the earth somehow

Linguaglossa
Lavatongue licks me down from aeroacrophobia

Swung down the tongue to its tip which is tasting the sea
Turning the fruit, a door opens for you and for me
Elevator, metal piercing to our swimming space,
barely an inhalation bigger than our embrace
and only a few kisses long to endure the descent
My tongue is unable to move, and it’s less than I meant

Why am I
shy of the sky?

*

Altri testi disponibili qui: https://amykohn.bandcamp.com/

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CREDITS

Amy Kohn: Voice, Piano, Keyboard, Hammond M2 Organ, Accordion, Drinking Glasses, Plastic Bag, Toy Windmill
Nikki Scheller: Harmony
Peter Hess: Piccolo, Flute, Clarinet, Alto & Tenor Saxophone
Matt Renzi: Oboe
Greg Glassman: Trumpet
Mary Rowell: Violin & Viola
Cenovia Cummins: Violin
Kenji Bunch: Viola
Frances Rowell: Cello
Karen LeBlanc: Musical Saw
Rob Schwimmer: Theremin
Julia Seager-Scott: Harp
Debora Petrina: Marbles/Hardware in Piano
Tom Gavin: Acoustic & Electric Guitar
Ben Rubin: Contrabass
Jeff Davis: Drums & Vibraphone
Jimmy Weinstein: Drums, Mbira, Multi Tone Wood Block, Claps

Recorded by Stefano Amerio & Giacomo Barboni at Artesuono
Joe Mardin at NuNoise
Tom Tedesco at Tedesco Studios
Dan Shatsky with Assistant Leslly Almeida at Vibromonk
Randy Crafton with Assistant Ian Cassel at Kaleidoscope Sound
Mirko Di Cataldo at Studio Mobile 80/SamPl & Via Palestro 75
Rob Schwimmer at Sunken Heights Studios
Tom Gavin at One Chair Studios
Ben Rubin at House of Cha Cha
Jimmy Weinstein at Jimmy Weinstein’s Studio
Amy Kohn at Amy Kohn’s Studio
Mixed by Max Trisotto
Mastered by Pieter Snapper at Babajim
Produced by Amy Kohn
Original Photography by Merri Cyr
Makeup by Kyriaki Savrani
Images, Art Direction & Design by Non-Format

All songs written, arranged & produced by Amy Kohn © 2014

PL14CD & PL14LP Palpebre Label

Una replica a “Amy Kohn “PlexiLusso”. Recensione”