, , , , , ,

Inediti di Beppe Costa

© Dino Ignani

 

c’era il cambio di stagione
spostavo i pensieri fra panni pesanti
improvviso il tuo profumo riempie la stanza
ancora più improvviso accelera il battito
stringo al viso un foulard azzurro dimenticato
il cuore si ferma urla una sirena in corsa

 

 

inverno
posso solo pensarti
come si guarda il mare in inverno
quando l’onda non può bagnarmi
e tu non puoi più salvarmi
è questo il grigio del cielo che mi somiglia
in questo vuoto tanto lontano dalle tue braccia
le onde a breve torneranno calme
io, io mai più

 

 

fai di me ciò che io non posso più
cerca di me i pochi ricordi che offro
questo passante misero di tempo
quando il tempo è sprecato a un destino
che nulla impone: salva la vita che ci salva

 

 

apparsi improvvisi come folle meteora due volti
due corpi stretti nell’abbraccio d’un ultimo respiro
soffocato dal mare nella speranza
ancora una volta negata

credenti d’un dio che ci rende assassini
complici del nulla che crediamo d’avere conquistato

 

.

quale la casa dove sono nato
crescendo coi violenti del quartiere
dove il primo sentire dei battiti
o il tremore delle mani che tendevo?

quando smisi di credere nella terra
alzando lo sguardo dove non sarei arrivato
dove ho creduto di fermare a riposare
o il primo pensiero di un abbraccio?

cosa ho cercato a lungo e mai trovato
tentando ogni via che credevo più semplice
dove ho mai creduto potessi trovar pace
o infine restare immobile e senza più parole?

 

 

infine fu poesia
quando dal male
non si uscì più

.

© Beppe Costa – si ringrazia Dino Ignani per la fotografia dell’autore

.

Nota dell’autore: i primi due testi fanno parte della prossima ristampa de Il poeta che amava le donne (Pellicano 2018 – da rileggere qui); gli altri sono stati scritti a novembre 2019.


%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: