Gestazione dell’addio
a Valentina Cavalli
“Impossibile pronunciarla
quella parola; ma forse
si poteva farla risuonare”
(Marguerite Duras)
Trovarla nella caduta perpendicolare
del sangue la parola giusta
che mi raschi dalla pelle tutto il male,
che mi scavi le ossa e mi faccia cava
per galleggiare almeno in quest’aria
che non riesco più a respirare.
Trovarla negli otto minuti di travaglio
della luce ora che sto come il cielo
dismesso dalle rondini,
la verità dimenticata dall’ombra,
le lenzuola sui davanzali, al mattino,
prostrate in un rigurgito di buio.
Trovarla la parola giusta e difficile
ora che il mondo è tutto e solo visibile,
la parola che è segreto e mistero di te ed io,
quella che dice l’amore
quella che m’è rimasta dentro muta
perché non ho più un te
e nemmeno un io e sono metallo gelido
campana che suona
tamburo che rimbomba.
Non sanno che non è solo il corpo
che m’hanno profanato
ma tutta tutta intera la vita
che il corpo ricco di messi e bello lo sentivo
e adesso non è più mio e mi sta addosso
come guerra, come piazza di mercato
dopo un attentato.
Corpo estirpato, corpo incolto,
concesso alla mancanza
e se Dio esiste
in me non sento più il suo alito
e sono polvere
alla polvere già ritornata.
© Lucianna Argentino
2 risposte a “I poeti della domenica #307: Lucianna Argentino, Gestazione dell’addio”
una scrittura ricca ed incalzante, di cui, secondo me, il meglio si esprime in questi versi:
“Non sanno che non è solo il corpo
che m’hanno profanato
ma tutta tutta intera la vita
che il corpo ricco di messi e bello lo sentivo
e adesso non è più mio e mi sta addosso
come guerra, come piazza di mercato
dopo un attentato.”
Forte ed intenso.
Grazie, buona domenica.
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Versi che emozionano e commuovono nel descrivere l’orrore e il dolore della violenza, nel ricordo di Valentina Cavalli.
Grazie a Lucianna Argentino
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