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PoEstate Silva #9: Demetrio Marra, inediti

Con pubblicità (o Don, my boy)

Fallo entrare
dagli da bere nel vetro
fagli capire col pomo d’Adamo quando deve
andare via.
Nel frattempo,
le pareti sono di plastica
tutti devono saperlo:
non c’è religione e
bisogna dare decisioni che sembrino affrettate
tutto è imminente.
E invece si straparla di rivoluzione alla tv,
è accesa, fanno calcoli di balistica.
Lo so che finirà tutto con delle pratiche di divorzio,
perché sulla strada
l’America è un paesaggio
la città è ovunque europea.

 

L’aquila reale della Olivetti

In Aspromonte le coppie di rapaci
procreano
nidificano sulle rocce.
……………….(L’interruzione di Ottavio
su l’avifauna
……………….Ottavio
è cenere. Sul becco non c’è
l’impero del creatore).
Ho conosciuto il nome
dell’Arciprete: Antonio Ottavio.
[…]
Non si pronuncia
il nome di Zio, invano
…………………………..O del figlio?
Chi (Ottavio…) nidifica sul cemento della cassa,
sul ciglio del camposanto?
…………………………………..Un’aquila.

 

Netflix o della rima grafica

Uno adesso invecchia. Come
mezzo secolo fa. Nell’età imperiale
l’aspettativa di vita era la stessa.

Lasciarsi morire sarà
più facile. Il prete rimanda l’estrema
unzione fino al season finale.

 

A premi.

Chi ha ceduto il paradiso
cui non credeva ha riassunto Cristo
nelle parole dette
umanamente: non ha promesso all’uomo
nuovo che la creazione sarà un fatto
…………………………………………………breve.

 

© Demetrio Marra


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