– Nie wieder Zensur in der Kunst –
Pubblicato il 6 aprile 2018 da redazionepoetarum
Domenica hai dormito dalle due alle sei di pomeriggio
mercoledì ti sei azzuffato con altri pazienti di notte
sabato ti tremavano così tanto le mani
che non riuscivi a stringere la sigaretta
martedì sei caduto inciampando sulla soglia di una porta
oggi ho firmato il permesso perché di sera
ti leghino al letto
è come se la morte arrivasse un pezzo alla volta
mentre sei ancora vivo
sarebbe forse meglio non venire più a trovarti
ogni volta che vado via
mi sento come se quel pezzo
te lo avessi portato io
Ci sono cose che non riesco proprio a fare
come mettere la testa per intero sotto le lenzuola
preferisco restare all’erta
quando mia nonna avvolgeva i gattini dentro una coperta
non era per scaldarli
ma per affogarli in un secchio d’acqua
accarezzare qualcuno con il dorso della mano
come i gesti di affetto misurato dei miei genitori
subito prima di divorziare
chiudere la porta a chiave se c’è gente dentro casa
quando venne il terremoto era impossibile
infilare la serratura per aprire
e scappare fuori
e poi papà non ho nemmeno toccato il tuo corpo
l’ho solo guardato di fretta perché dovevo
le ultime volte facevo fatica anche a baciarti la fronte
ma è quello il ricordo che adesso mi faccio bastare
meglio un saluto distratto di un addio
E certo che avrei voluto anch’io
la coda che si stacca come le lucertole
un dolore secco che risale lungo i nervi
e si spacca dentro e dopo pochi giorni
ricrescere da me sopra di me
ritornare uguale
e certo che vorrei di nuovo un padre
però vivo
.
© Francesco Tomada
Categoria: Alessandra Trevisan, inediti, letture, poesia, poesia contemporanea, poesia italiana, poesia italiana contemporanea, poetarumsilvaTag: Francesco Tomada, Poesia italiana contemporanea
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