GRAMMATICA DEL SILENZIO
Mi consumo al gioco sprecato
assorbito dal lume.
*
Voglio sapere in che modo
questa realtà mi guasta:
ci vuole altro
che il tessuto invadente del mio torpore.
*
Ho ricevuto liquidi
in cambio
dove non c’era la passione
e mi sentivo magro
dove non c’era un sussulto
che ti piegasse l’anima.
*
Come un’impronta cieca
mi confondo
nel chiaro della terra
rinnovando segno dopo segno
la mappa del disagio.
*
La pratica del male
si rifiuta
di esplorare il vuoto della carta.
Mi lascia increspato
abitare la tua casa
dove ho coltivato la memoria.
*
Nel corpo sfibrato
questa lingua insanabile
è la mia.
A difesa di un veleno preso per tempo.
*
Come l’ombra scoscesa di me
l’antenna era fuori
un corpo opaco e verticale.
da Grammatica del silenzio, Manni

