– Nie wieder Zensur in der Kunst –
Pubblicato il 8 aprile 2017 da redazionepoetarum
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. A volte, seduto di fronte a me, vedo il mio io che mi guarda senza voce; o in una stanza improvvisamente mi sento eguale a quel vestito appeso a quell’attaccapanni.
. E se, a illudermi d’essere vivo, di là mi scrollo ed esco, avverto camminando il meccanismo del corpo, e, come la caverna dell’eco, l’anima mi si riempie del frastuono della via.
. Dura cosa non avere bisogni. È allora che si mangia senza fame, si trangugia vino e si mendica di prostribolo in postribolo un poco di foia. Il mondo è limitato da un muro scialbo orribilmente vicino; e il nostro io ci fa ribrezzo, vagamente, come il fantoccio la cui mano, sollevata, ricade.
. Oh io voglio finalmente vestito di rosa tenero mostrarmi per le vie più affollate o commettere qualche freddo delitto!
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@ Camillo Sbarbaro, Trucioli, ora in L’opera n versi e in prosa, Garzanti, 1985
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