
PENNA L’amabile castità di questo poeta viene dal fatto che egli ci ha dato – senza che né lui né noi lo volessimo – i tanto attesi canti della maternità.
Trovato ho il mio angioletto
tra una losca platea,
fumava un sigaretto,
e gli occhi lustri avea.
Direbbe così (se così sapesse esprimersi) una madre, che ritrovasse, fuggito dalla sua casa, turbato dalla pubertà, il figlio diletto. O, se volete (ma è la stessa cosa) è Venere che parla del fanciullo Amore.
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da Scorciatoie e raccontini, in Umberto Saba, Tutte le prose, Milano, Mondadori, 2001, p. 46
Una replica a “proSabato: Umberto Saba, Scorciatoia su Penna”
Mi piace pensare che Saba è nato esattamente 100 anni prima, è un bel regalo… bello lo spunto dell’articolo.
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