Collana Isola (scheda):
La collana Isola si compone di piccoli libri in A6 che uniscono poesia e illustrazione. Il progetto prevede una selezione di poete/i e una scelta di testi al fine di creare una sequenza di poesie che viene discussa tra curatrice e curatore della collana e autori. I testi vengono inviati a illustratori scelti che leggono e disegnano integrando, in maniera del tutto libera, le poesie. I libri di Isola sono stampati in tiratura limitata di 50 copie. Sono ideati e prodotti da Mariagiorgia Ulbar con la preziosa collaborazione di Andrea Bruno.
Interviste credibili #12: Mariagiorgia Ulbar
G: Ciao Mariagiorgia, raccontami brevemente come è nata l’idea e quindi la collaborazione tra te e Andrea Bruno.
M: Un paio di anni fa, ho mandato ad Andrea Bruno il mio poemetto Osnabrück, chiedendogli di illustrarlo, e di lì a poco lo abbiamo stampato, in collaborazione con il gruppo Inuit, in tiratura limitata. La plaquette è stata accolta da amici e lettori con entusiasmo, è piaciuta l’idea dell’abbinamento di poesia e illustrazione in bianco e nero, così, dopo un po’ di tempo, abbiamo pensato che si potevano mettere insieme le forze per creare una piccola collana con il nome di ISOLA. Io mi sono occupata e mi occupo di contattare le poete e i poeti per farmi inviare testi che poi leggo e scelgo – sentendo la loro opinione – e infine mando tutto ad Andrea che pensa a quale illustratrice o illustratore possa lavorare sui testi in questione. Una volta che abbiamo tutti i materiali, pensiamo a un titolo e poi Andrea passa alla realizzazione grafica. La bozza viene girata agli autori, discussa e una volta che si è tutti d’accordo, si manda in stampa.
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G: Come vengono individuati i poeti che entreranno nella collana? Invitate voi? Ci sono stati, finora, poeti che si sono proposti a loro volta?
M: Finora ho scelto poeti che conosco e apprezzo, ho parlato loro del progetto e li ho invitati a partecipare. Lo stesso è avvenuto per la parte che riguarda il disegno. Non escludo l’idea di creare un libriccino ISOLA per qualcuno che si proponga spontaneamente. Resta il criterio della scelta, che si basa sul valore poetico dei testi proposti – perlomeno secondo la concezione che ho io della poesia.
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G: Guardando, sul sito, le schede dei libri fin qui pubblicati, Dina Basso, Yary Bernasconi, Sergio Rotino e uno tuo (quest’ultimo di prossima uscita), salta subito all’occhio l’importanza che viene data alle illustrazioni: come scegliete gli illustratori? Mi pare poi bellissima l’idea di abbinare il disegno al testo poetico (potrebbe funzionare pure al contrario, no? inviare delle illustrazioni a poeti e vedere che versi verranno fuori.)
M: Gli illustratori li propone e contatta Andrea, che ne conosce molti. In tutte le occasioni mi ha detto: “Io questi testi li vedrei bene con…” e io mi sono sempre trovata d’accordo. Il sistema è: leggere e vedere già un segno che si avvicini, per affinità o contrasto, ai testi scritti. Andrea, conoscendo bene il mondo di illustratori e fumettisti, riesce a trovare abbinamenti a colpo d’occhio. E per quanto riguarda il contrario, cioè che vengano prima i disegni e poi le poesie: sì, è un’idea, e non è escluso che prima o poi si decida di farlo. Personalmente, fino a oggi, non ho mai scritto poesie ispirandomi a disegni, ma mi è capitato con le fotografie, per un progetto a cui sto lavorando proprio in questo periodo con il fotografo Gaetano Bellone e ammetto di provare molto piacere a obbedire a questo tipo di “costrizione” tematica e a dare spazio a quel peculiare lavorio del pensiero che si innesca con la lettura di un’immagine. A mio avviso tutta la poesia nasce così, come forma di traduzione di immagini reali, astratte o oniriche. Il cervello lavora per immagini. Nella storia dell’umanità queste sono venute prima del linguaggio, che è stato un’esigenza successiva per l’uomo. Basta pensare ai primi segni lasciati dai primitivi nelle caverne.
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G: Come l’hanno presa i poeti? Curiosità? Entusiasmo?
M: Sì, sia poeti che illustratori sono entusiasti, soprattutto curiosi, quando li contattiamo. Poi passa un po’ di tempo prima dell’effettiva realizzazione e magari quasi si dimenticano. Si rianimano quando vedono la prima bozza in pdf e poi, quando si trovano in mano il libriccino in carta e inchiostro, fanno facce da bambini…
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G: Puoi anticiparci qualcuna delle prossime uscite?
M: No che non posso anticipare, almeno non così presto! Posso dire solo che mi piacerebbe pubblicare dei libriccini Isola anche di autori stranieri, con testo sia in lingua originale che in italiano, riuscire a mettere tutto in un A6 di sedici pagine!
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G: Stanno nascendo sempre più progetti che prendono le distanze dall’editoria classica, secondo te è perché questa non esiste più o soltanto perché inventare qualcosa di diverso è un dovere e un privilegio e a nessuno dei due ci si deve sottrarre?
M: L’editoria classica esiste ancora, anche se arranca e non raramente delude. Ci sono tuttavia realtà positive anche nell’editoria classica. Tutto ciò che è diverso, alternativo e sperimentale è interessante, auspicabile e spesso ottiene risultati particolarmente soddisfacenti. Io credo che le due realtà possano tranquillamente coesistere e che anzi dovrebbero sempre avere un occhio una sull’altra, per spunti, incastri, deviazioni. In generale, rispetto e apprezzo molto i progetti di editoria “differente”, perché sono lo specchio dell’entusiasmo, dello spirito pionieristico, dell’urgenza espressiva di molti. Importante è che non si perdano di vista autocritica, qualità, sobrietà.
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G: Nel farvi i complimenti e gli in bocca al lupo, ho un’ultima domanda: siete pazzi?
M: Sei sicuro che sia una domanda?
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intervista di Gianni Montieri
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Note biografiche:
Ha esposto in diverse mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Nel 2005 è stato tra i fondatori del gruppo Canicola, con il quale ha dato vita all’omonima rivista. Viva e lavora a Bologna.
Una replica a “interviste credibili #12 – Mariagiorgia Ulbar (su la Collana Isola)”
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