“Il sabato tedesco”, rubrica da me curata per Poetarum Silva, prende il nome da un racconto di Vittorio Sereni e si propone di raccogliere riflessioni, conversazioni, traduzioni intorno a testi letterari. (Anna Maria Curci)
Canto di Iperione sul destino
Lassù camminate nella luce
Su suolo soffice, voi geni beati!
Raggianti brezze divine
Vi lambiscono lievi
Come le dita dell’artista
Sfiorano sacre corde.
Senza destino, come nel sonno
Il poppante, respirano i Celesti;
Serbato casto
In bocciolo discreto
In eterno fiorisce
Il loro spirito,
E gli occhi beati
Guardano in quieta
Chiarità eterna.
Ma a noi è dato
Di non sostare in alcun luogo,
Si eclissano, cadono,
Gli umani dolenti
Alla cieca
Da un’ora all’altra,
Come acqua lanciata
Di scoglio in scoglio,
Per anni e anni giù nell’incerto.
Friedrich Hölderlin
(traduzione di Anna Maria Curci)
Hyperions Schicksalslied
Ihr wandelt droben im Licht
Auf weichem Boden, selige Genien!
Glänzende Götterlüfte
Rühren euch leicht,
Wie die Finger der Künstlerin
Heilige Saiten.
Schicksallos, wie der schlafende
Säugling, atmen die Himmlischen;
Keusch bewahrt
In bescheidener Knospe,
Blühet ewig
Ihnen der Geist,
Und die seligen Augen
Blicken in stiller
Ewiger Klarheit.
Doch uns ist gegeben,
Auf keiner Stätte zu ruhn,
Es schwinden, es fallen
Die leidenden Menschen
Blindlings von einer
Stunde zur andern,
Wie Wasser von Klippe
Zu Klippe geworfen,
Jahrlang ins Ungewisse hinab.
Friedrich Hölderlin, da: Hyperion (1797-1799), Zweites Buch
Una replica a “Il sabato tedesco #22: Friedrich Hölderlin, Il canto di Iperione sul destino”
L’ha ripubblicato su Paolo Ottaviani's Weblog.
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