CAMPOBASSO-SALERNO
Il Sannio era ricco di querce
poi cominciarono i noccioleti
dell’Irpinia: e sempre tra i monti.
Ingiallivan le stoppie e le saggine
nei campi; le viti vendemmiate
festeggiavan la morte, con quel loro
cuore a pampini, sventolante.
Ed io tra la morte e la viva salute
del mio viaggio, nel pigro andare di stazione
in stazione, mi staccavo come
una corteccia dal vecchio tronco,
lasciavo che l’anima cedesse,
nel sole d’ottobre, a scaglie, come
corteccia di pino, all’intimo odore
del suo mutarsi in aria balsamica,
finché dai monti sboccai sul mare.