DOVE IO VEDO
I
Favore, aroma appena
fiatato, estate che scuotesti
dal seno aperto di settembre
spighe ed erbe su tutta la terra
ed eccitasti l’immaturo sole
e il sudore benigno
e il pigro verdeggiare
d’uve tra argille e nubi,
breve fervore in cui mi riconosco
sopravvissuto, ovunque, ovunque l’occhio
mio già lebbroso accendi?
Non su tutta la terra,
non dovunque ma solo
dove oggi mi rinvenni,
dove scelse il mio cuore.
Tenerissima valle
che un filo di frescura apre a ricetto
di fragole e di gocciole,
alluso lume di mattina,
tu animato Soligo
poveri specchi e povere penombre:
dove sei che davanti a te e nel tuo
sottile definirti io sto per sempre e invano
ed invano ti parlo mio solo nutrimento?
Ma oggi qui accadesti, oggi dalie e campanule
e pioppi e astri sfarfallano
sui mellificanti paesaggi,
oggi trepidamente
guardo la valle
che per sempre amerò. Torrido e debole
settembre s’allunga dentro il nord
tra pomi azzurri, fino ai pomi azzurri.
Sovrabbondano i colli.
da Vocativo, in @ Andrea Zanzotto, Tutte le poesie, Mondadori, 2011
[qui la seconda parte]