Io voglio che sia il mondo dell’autunno
L’autunno è sempre un tempo in cui pensiamo all’eternità.
Alle nostre memorie, lasciate sull’erba dei morti.
Tu dicevi che si indicavano le domande giuste
sul nostro tempo,
che saresti stato come l’autunno che torna a dire i limiti,
quando perdiamo nella corsa le persone care:
in alcune luci che ci danno conforto,
lasciamo che avvengano gli affanni:
nei tuoi sorrisi non mancano persone e alberi,
le scarpe di chi sente percorrere tutta un’intera vita a piedi.
Lascio le mie forchette su un tavolo di stelle,
resto seduta fuori, alla distanza giusta
che muove le stagioni nel vento.
Accade quando stiamo insieme
che i giorni della settimana cambiano:
il sole non è più il sole e tu non sei come la primavera,
sei molto più somigliante all’autunno
più leggero nei giorni della settimana.
Sei come un vivo autunno, dall’aria giovane,
che mi ha raccolto in un giorno caldo d’agosto,
quando la pioggia si poteva sopportare
e si poteva animare il vento, i fulmini delle proiezioni.
Sei somigliante all’autunno.
Ad un’acqua che chiude gli occhi
ai colori dei giorni, così somigli all’autunno, felice
così ti alzi con coraggio, quando l’autunno è finito,
come fossi tua per sempre.
Ascoltami, il tentativo
è dirti un’emozione che mi decide:
la chiave può essere anche in questi fogli.
È la mia debolezza fatta frammenti,
la distanza che si scioglie tra questo tuo continuo
non credere, e il mio continuo comprendere.
Fin tanto che i tuoi denti, al bordo del bicchiere
fanno un piccolo rumore, chiuso
nei vizi di insegnarmi a conoscermi,
vero sempre più pronto in questa continua sfida.
Sei come un verde autunno,
che promette il tutto dalle sue finestre aperte,
e disegna primavere, segrete, di vita
dopo questi anni passati a vivere una prova.
Tutto nasce perché gli spazi,
le cabine colorate, i tuoi occhiali, gli arredamenti
sono per rispondere alla domanda dei vivi.
L’incoscienza di essere rapiti e fragili,
il peso di vivere accanto a un altro.
Esistere così in un sogno che ci vuole
con parole oblique dette trasversalmente
per lasciare riprenderci il respiro.
Lasciarsi andare, cadere
non replica tragedie ma solo il disegno
dell’autunno più caldo della mia vita.
Pensavo guardando le mie rose,
che non solo la pioggia rassomiglia il tempo all’inverno
ma che dell’autunno io vorrei trattenessi il respiro.
Sei già l’autunno specchiato in controluce:
passerà ogni ottobre ed ogni foglia,
è possibile l’amore
che ho scritto nel luglio del duemiladodici.
Sabatina Napolitano, Scritto d’autunno. Prefazione di Gabriel Del Sarto, Edizioni Ensemble 2019
Efficace, nella raccolta di Sabatina Napolitano Scritto d’autunno, l’allegoria fondante con la stagione dell’anno. Particolarmente riusciti i componimenti nei quali, come avviene per quelli qui proposti, il respiro è ampio e riesce a cogliere la consonanza con l’universale. (Anna Maria Curci)
Sabatina Napolitano è nata 1989. Sue poesie sono pubblicate nella rubrica di Silvia Castellani; qui su «Poetarum Silva»; nell’antologia Secondo repertorio di poesia italiana contemporanea di Arcipelago itaca; nel blog «Poesia ultracontemporanea» di Sonia Caporossi; su «Neobar», «Bibbia d’Asfalto» e «Irisnews». È nella giuria del premio Nabokov.
Una replica a “PoEstate Silva: Sabatina Napolitano, Poesie da “Scritto d’autunno””
[…] https://poetarumsilva.com/2019/08/19/sabatina-napolitano-poesie-da-scritto-dautunno/ […]
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