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Inediti di Ksenja Laginja

È strano come la pioggia
li faccia sparire tutti.

Un colpo per alzarli
un altro per farli cadere.

Qui abitiamo la terra
senza conoscerne il nome
esonerati dall’assenza
ma è lì che dovremmo scavare
piantare semi nella notte
per colmare i vuoti col buio.

 

*

Una volta c’era la casa
e tutto quello che portavamo dentro
poi c’era il tavolo senza le sedie
e sotto i libri le nostre vite appese.
Li usavamo per scaldarci
ma il più delle volte non bastavano
così ci toccava uscire tra i lupi
strappare le radici infilate nei denti
bruciarle vive.

 

*

Prendi un foglio e strappalo a metà
dividi il nutrimento e ripeti il gesto.

Che sia legno, mattone
inchiostro o una città distrutta
ricomponi l’origine con la radice
prendi con te il padre, la madre
le loro assenze e i figli di queste.

Prendi un foglio e strappalo a metà
scrivi un nome, diventa arca e baricentro
salva il necessario.

 

Ksenja Laginja (Genova, 1981) vive e lavora a Roma dove alterna alla sua attività letteraria una ricerca sull’illustrazione di matrice Sci-Fi/Surrealista. Nel 2005 ha esordito con la sua prima silloge poetica Smokers die younger per Annexia edizioni. Finalista al Premio Ossi di Seppia (XX edizione), ha collaborato con NiedernGasse e Words Social Forum, ed è redattrice di Bibbia d’Asfalto. Nel 2015 ha pubblicato la silloge Praticare la notte per Ladolfi Editore e nel 2016 è stata selezionata come autrice nell’antologia Zenit Poesia vol.2 edito dalla casa editrice La Vita Felice.

6 risposte a “Inediti di Ksenja Laginja”

  1. Avevo lasciato un commento che non ritrovo. Forse ho sbagliato. Comunque, ripeto qui la mia sincera ammirazione per queste poesie.

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