
3.
vivo da topo: (vivo da vero topo): (che si mastica le
. croste): (con le sue dure
gengive): (che si smaltisce, di questi tempi, questo
. plateau Settecento, non so,
tra Restif e Rousseau):
. e in data 8 c.m., ci risalta lì fuori,
. un’altra volta, il problema
della felicità: ritorno a predicarti per il precetto è:
. nuotare naturalmente dentro
la storia: (ossimoricamente detto, dunque): (come quel
. giorno che ti ho perduto a Pisa,
alla stazione): (in quella prefigurazione patetica): (con
. te tra i giovinastri,
tra gli addii):
. (così, tra il principio del piacere e la
. razionalizzazione, tra
il desiderio e la falsa coscienza): ma ancora naturalmente
. (cioè secondo natura
umana): (cioè secondo il lavoro): (nel quotidiano):
. ti ho
. sentito molto emozionato,
una domenica mattina, al telefono: (eccessivamente
. emozionato): (eccessivamente, per me,
emozionante): (e: me ne posso andare, mi sono detto):
. (e a te ho detto, invece: ma su,
coraggio): (navigando nell’inconcevable labyrinthe):
. (e tutto questo da un Duomotel
di Milano): (du coeur humain):
. (e ho parlato con Maria,
. poco fa): (al telefono): (evoco,
invoco): (durante una cena solitaria): (e: soffro di
. solitudine, se vuoi saperlo, da
sempre): (e: per sempre): (e: mastico e sputo):
. (mi aspetta,
. me lo sento, la mia trappola):
(di quella da cantina, con il chiodo, per il cranio):
. (e lì,
. così, poi, zàc, cràc):
