Limbo
Rinchiusa
nel limbo della mia memoria,
ore, mi insegnate l’assenza.
Cammino intorno a me
in cerchio
come la bestia
con la sua preda.
Sono il cervo
e il cacciatore
l’arma e la ferita.
*
Notte
Di notte
sono un arco che fai vibrare
con la tua voce,
freccia di fuoco
nel lago oscuro.
La tua voce strazia i sensi
di un dolore dolce
e insaziabile.
*
Resurrezione
Ritorna e riempi le mie mani
di mille orizzonti di fuoco.
Fammi risorgere come vergine delle acque,
cancella, con mano certa, tutto il mio terrore.
Lavami da ogni lordura e fammi bere
dal tuo puro calice d’amore.
Così rinascerò cerva forte,
e correrò nei boschi, colma d’oro.
*
L’attesa di Orfeo
Ora che non odo più la tua voce,
come sonnambula tra gli uomini mi muovo
sono albero senza foglie, grido senza suono.
Il vuoto mi coglie ad ogni passo
e non saprei dir dove vado, né cosa sono.
È un muto inferno in ogni luogo
piove nella mia anima arida
ma non c’è acqua che mi nutra ombra che mi salvi
sono accecata dal tuo ricordo
e non c’è buio nei miei occhi.
Ora che non odo più la tua voce
ora che non posso né vivere, né morire
come sabbia sulla riva
aspetto che ritorni.
*
Penelope
Aspetto.
Il mio sguardo è distante
perso in un’ invenzione del cuore.
Non qui, la patria è altrove
dove la memoria trova pace:
forse è l’esilio il paese di luce.
© Jennifer Poli, in All’ombra del grembo, Milano, Lietocolle, 2017.
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