
Le cronache della Leda #39 – Tra l’Oriente e il niente
Una che ha foto di Berlinguer in casa come dovrebbe reagire davanti all’elezione di Mattarella? Col silenzio. Ho detto silenzio, non indifferenza, ma al momento non mi viene niente. Nel giorno dell’elezione ho preso la Luisa e l’ho portata a fare un giro. Le ho detto che l’avrei portata in un bel posto. Lei ha fatto un po’ di resistenza, a lei piacciono quelle cose: la diretta in Tv, lo spoglio dei voti, Mentana, eccetera. A me no. Alla fine l’ho convinta, l’ho messa su un treno e l’ho portata a Venezia. Le ho chiesto se avesse voglia di camminare, mi ha detto di sì, l’ho portata a Punta della Dogana, la giornata era limpidissima, faceva freddo ma si stava benissimo. Siamo arrivate alla Punta mentre Mattarella stava per essere eletto. Prima, seconda, terza Repubblica, a me fa tutto molto ridere. Un cattolico. E cosa si aspettavano? Ho detto a Luisa se fosse mai stata in questo punto di Venezia, ha risposto di no. «Si sente l’odore che viene su dall’acqua», mi ha detto. «È l’odore dell’inverno veneziano», le ho risposto. Le ho chiesto che cosa vedesse, che cosa immaginasse. La Luisa ha respirato e ha detto: «Mi sento come se da questo punto partisse l’infinito, come se dopo l’orizzonte finisse il mondo e cominciasse un’altra cosa. Un’altra vita. Mi sento guarita» L’ho abbracciata e poi le ho recitato i versi di una poesia di Umberto Fiori.
Tu mi hai insegnato tutto.
Insegnami a morire, bella vista.
A scomparire,
come sei tu scomparsa.
Fa’ che non sappia più cos’è
chiamarsi:
essere Pera, Gustavo,
nave, mare, muretto.
Insegnami a mancare,
a tornare invisibile, com’era
l’occhio in cui ti ammiravi.
«Che bella, Leda». Ho sorriso. «Sì, è meravigliosa». Siamo rimaste zitte per qualche minuto. Stavamo imparando a mancare, ma i motivi erano diversi. La Luisa imparava dopo essere tornata indietro, io imparavo per non volermene andare. Quale fosse la nostra bella vista, in quel momento, non lo so. So che il cuore era aperto. Si vedeva il Lido, da qualche parte l’Oriente e tutto il resto non contava niente. Siamo andate via col buio, La Luisa era stanca, abbiamo preso il vaporetto.
Leda
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Nota: La poesia di Umberto Fiori qui proposta è tratta da La bellavista, Marcos y Marcos 2002; ora in POESIE 1986-2014 (Oscar Mondadori, 2014)