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Sedersi nel primo posto libero, guardare fuori e poi chiudere gli occhi. Farsi svegliare dal controllore e sorridere. Dopo centosessanta minuti trovarsi a un terzo del viaggio e sempre fermi nello stesso posto; in centosessanta caratteri trovarti già accanto e ancora distante. Il tempo, fuori, cambia. Come i colori, come le case; continuano ad abbassarsi, circondate dal verde. Di colpo il cielo si apre e il sole passa da una parte all’altra del vagone, ora a destra ora a sinistra. Piegare l’edizione gratuita di un quotidiano nazionale e buttarla sul sedile, con la sezione cultura sempre più scarna e la nuova rubrica di Rondoni. Poi, sottolineare una frase a caso del libro: “Un analfabeta, uno che abbia fatto i primi anni delle elementari, ha sempre una certa grazia che poi va perduta attraverso la cultura”.
© Marco Annicchiarico
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