– Nie wieder Zensur in der Kunst –
Chip Io in media ho tre erezioni al giorno. Intendo, tre erezioni importanti, di quelle insopprimibili. Di solito la prima arriva a metà mattina, la seconda dopo pranzo e la terza alla sera. Quando il pene diventa duro, è risaputo, si annebbia un… Continua a leggere “Paolo Triulzi, Chip”
Si presenta elegante, per uno che dorme al parco Sempione. Con quel maglioncino da donna nero indossato al rovescio sul petto nudo. Oggi dev’essere passato da qualche bagno perché è tutto bello pettinato e sbarbato. Non lo vedi arrivare perché non è uno… Continua a leggere “I me medesimi n. 25: Antonio Cerantola”
Poverina, dice il collega, quello intelligente: è prigioniera. Di chi? Chiedono le altre, quelle che la chiamano bradipa o sfinge: quelle stronze. Di se stessa, risponde l’intelligente, guardatela: sembra il dipinto sul proprio sarcofago, avete presente? Certo che anche lui, deve sempre fare l’intelligentone… Continua a leggere “I me medesimi n. 24: Serpenta”
La mano sulla testa l’aveva appena sentita che già, la testa, gliela avevano messa sotto. Nel cesso. Nel cesso del pub. Dalla sorpresa Vittorio non aveva fatto in tempo a contrarre i muscoli della schiena per resistere. Fottuti cessi senza chiave che ci entra… Continua a leggere “I me medesimi n. 23: Vittorio”
Sua moglie gli ha detto al telefono: ti ho comprato un maglione color caramella. Che colore sarebbe il color caramella? Vedrai. È rosa, ha detto Giancarlo. Non è rosa, ha risposto la moglie. Al massimo ciclamino. Mi hai preso un maglione rosa? Ha… Continua a leggere “I me medesimi n. 22: Giancarlo”
Di lei ho saputo poco. Solo che si chiamava Chiara. Ci siamo incontrati una sera a un concerto. La calca della gente aveva sfregato i nostri corpi uno contro l’altro. Quando l’ho guardata in faccia mi ha sorriso. Tutto il viso le si illuminava… Continua a leggere “I me medesimi 21: Chiara”
I me medesimi n. 20: Nando Dormì in auto con la radio accesa. Alla mattina si svegliò in mezzo al traffico, la batteria era esaurita e lui decise di bruciare i propri documenti. Era pulito adesso. Non c’erano più macerie nel suo spirito.… Continua a leggere “I me medesimi n. 20: Nando”
Rosy si siede sempre allo stesso posto, vicino al finestrino. Anche il suo signorino si siede sempre allo stesso posto, di fronte a lei ma in diagonale. È lei che glielo tiene, perché sale a capolinea quando il treno delle 6.53 è vuoto. Allora… Continua a leggere “I me medesimi n. 19: Rosy”
Paolo sale sull’autobus, si siede e apre il libro. Guarda fuori dal finestrino, sta per piovere. C’è un cielo nero. Va a cena da un amico e non aveva voglia di guidare. Prima della fine di questa serata prenderò l’acqua, pensa. Il bus è… Continua a leggere “I me medesimi n. 18: Paolo”
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