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Mario Girolamo Gullace: cinque poesie inedite
Continua a leggere: Mario Girolamo Gullace: cinque poesie inediteULTIMO VIENE IL CORVO il ragazzo ha una mira prodigiosa e con la carabina mira e spara a bersagli intorno al nascondiglio del coetaneo tedesco: un sasso, un ramo, una lucertola, una cosa dopo l’altra presa al primo colpo. poi, quel corvo, quel volo oscuro: “là, là in alto guarda”, il giovane tedesco si alza,…
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Clinica di Giulia Girardello. Racconto
Continua a leggere: Clinica di Giulia Girardello. RaccontoClinica di © Giulia Girardello Stava lì seduta su una panchina e osservava con insistenza il palmo della sua mano sinistra. Cercava di trovare tra quelle linee sulla pelle il nome dell’uomo che amava. Era convinta che da qualche parte ci fosse, segnato nel suo destino, quel nome. Non era questo un amore normale, di quelli che…
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Gianni Montieri: Milano, ultima
Continua a leggere: Gianni Montieri: Milano, ultimaMilano, ultima (a Giordano, che sa) Eccola la mia città, di nuovo, comparire istante dopo istante, tetto dopo tetto, il giallo smunto delle case di Lambrate, le imposte un poco consumate. Eccola insieme a quello che ricordo, a quello che dimentico, prima un ponte, poi un’intuizione, sapere sotto al binario cosa passa, cosa…
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Gli undici addii #8: “Approfondimento”, di Gianluca Wayne Palazzo
Continua a leggere: Gli undici addii #8: “Approfondimento”, di Gianluca Wayne PalazzoUn tempo Giulio aveva persino creduto che il suo mestiere gli consentisse di incidere, di migliorare un alunno o forse due, e con quei due una classe, con una classe la scuola, e con la scuola una generazione e il mondo. Oggi quelle lezioni di approfondimento in una terza B quasi sconosciuta – un’ora…
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Anna Salvini, Poesie inedite
Continua a leggere: Anna Salvini, Poesie inediteSguardo e voce Le vene obliterate ad ogni viaggio hanno retto le partenze, costretto il buio alla preghiera del respiro anche i nomi dei miei morti, teste di spillo sul cuore, hanno radure tali che ho temuto di perdermi. Giorno dopo giorno abbandono ogni resistenza e la mia lingua il fare superfluo delle parole ma…
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Gli undici addii #7: Vacanze di Natale
Continua a leggere: Gli undici addii #7: Vacanze di NataleGiulio era morto di stanchezza, tanto per incominciare, e su questo punto non c’era dubbio possibile. Il primo ciclo di mesi fino alle vacanze era stato massacrante, ma percorreva lo stesso il marciapiede a passo svelto, cercando di anticipare la campanella del mattino, perché sapeva cosa poteva accadere se la sua terza G rimaneva scoperta…
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Gianluca Wayne Palazzo, “Gli undici addii” #6: Consiglio di classe
Continua a leggere: Gianluca Wayne Palazzo, “Gli undici addii” #6: Consiglio di classeQuel solito brusio di penne scivolate sul bancone della sala professori, i fogli ciancicati e le agende, le fotocopie fruscianti e l’ordine del giorno, il registro rosso dalla copertina ruvida per il verbale, sotto la faccia di uno scorato professore di musica, la plastica beige dei bicchierini di caffè della macchinetta, e poi un foulard,…
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Gli undici addii #5: “Sciopero”, di Gianluca Wayne Palazzo
Continua a leggere: Gli undici addii #5: “Sciopero”, di Gianluca Wayne Palazzo«Ricorda che non puoi fare lezione.» «Ok… Perché?» «Si tratta di uno sciopero. Devi solo coprire la classe, non puoi fare lezione al posto del professore che sciopera.» «Carlini.» «Esatto.» Amelia annuì. «E come faccio a…» Ma la vicepreside si era allontanata, con la solita fretta da scoiattolo che aveva quando era costretta a…
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Davide Valecchi, Inediti 2011-2016
Continua a leggere: Davide Valecchi, Inediti 2011-2016Non erano in piedi neanche le pareti quando sono finiti i soldi e nel giro di qualche anno tutti i discorsi sulla solidità del cemento armato si sono sciolti come l’anima cattiva del ferro venuta fuori in macchie rossastre fin dalla prima pioggia. Qualcuno è riuscito comunque a finirla ma credo sia superfluo dire che…
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Gli undici addii #4: “Supplenza”, di Gianluca Wayne Palazzo
Continua a leggere: Gli undici addii #4: “Supplenza”, di Gianluca Wayne PalazzoSi fermò davanti alla professoressa di tecnica accasciata contro la porta dell’aula, notando la linea irregolare delle sopracciglia, il colorito grigio e i capelli appesi alla testa che scivolavano giù, svogliati, in sfumature di ruggine. Un guizzo della pupilla si sostituì al saluto e subito la donna abbandonò l’uscio, spalancandogli davanti un’interminabile ora di supplenza…