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Valentina Ciurleo, Nel metro smarrito

NEL METRO SMARRITO

 

Nell’ indifesa perdita
nella ripresa di respiro
in questo affondo vita
dal giro occhi allo scolpito
essere nudo marchia
sangue.

 

 

Questo senso immediato
nel limite del lontano
apprendo nostalgia.
In questa pura verità
affondo pelle.

Approva la mia inquietudine
dallo stelo che non cammina.
Nel primo dove
Sotto fa da base a sopra.
Nella prima corsa al profumo
sentirò passi di germoglio.

 

 

Non sapremo il punto preciso
in cui la notte tiene.
Attraversa dune di un sentiero
dentro un alfabeto
che pronuncia,
declina semplicità.
Aiuteremo il filo a passare
nella cruna di un ago.
Sarà come puntare
la piccola infinita siepe
con solo dito di luce.

 

 

Tra la spina dorsale
la parte di te.
Libero
sintonia impalpabile
un senso mentale.
Nessuna domanda
nemmeno una piccola cosa
che invadesse.
Nessuna attesa che corrompesse
semplicemente qualcuno
che restasse
accanto a
Un tempo da vivere.

 

 

Si tratta di filamenti
di sculture che plasmo
a fondo vita.
Non c’è posa per l’anima,
scuote nel ripetuto.
Nessuna pietra
oltrepassa confine.
Vedo terra amalgamata
a pelle.

 

 

Non so dove punti il cielo
se dall’alto
oppure nella vertebra
dell’indifeso corpo.
Forma una piega
che contempli l’anima.
Mi ripiego, curva
impercettibile
rosea e minuta.
Dietro la mia forza.

 

 


Valentina Ciurleo (1973) è nata a Roma, città nella quale vive e insegna alla scuola primaria. Ha pubblicato poesie con “Poeti e Poesia” nell’opera Impronte67. Scrive sulla rivista letteraria «La Recherche». Suoi testi sono stati pubblicati in : «Poetarum Silva», «Rivista il ClanDestino», «Rivista Diwali Rivista Contaminata», per citarne alcuni. Diversi suoi racconti sono stati inseriti nelle antologie della casa Editrice Giulio Perrone Editore – ed Erudita.

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