Con il lapis #10*
Giovanni Perri, Cifrario dell’invisibile
Terra d’ulivi edizioni 2019
*Con il lapis raccoglie brevi annotazioni a margine su volumi di versi e invita alla lettura dell’intera raccolta a partire da un componimento individuato come particolarmente significativo.
Qualcuno dice la forza
ci vuole forza per vivere nel mondo
assegnati alla più franta materia del resistere.
Tu cerchi un tuo preciso contrappeso
per strade che dentro hanno il vuoto
e una quota diversa ti tiene:
acqua sei e legno spalancato
figura dell’ombra
e questa è una pianta che mette paura
piantarsela al cuore.
(p. 67)
Densità e tensione caratterizzano la raccolta di Giovanni Perri, Cifrario dell’invisibile. Ad animare i testi stanno l’attesa e, ancor più dell’attesa, la ricerca intenzionale, accurata, mossa da una dedizione, che non di rado appare totale, di quella che l’autore stesso chiama «l’ora propizia dell’Arte». C’è una pluralità di luoghi, di scenari, di dimore, di «oscuri archetipi», pluralità di lingue e, all’interno di tante molteplicità che si collegano, si attraggono e seguono punti di fuga, la percezione acuta, che tra il sé che scrive e il sé che abita una lingua risiedono, si collocano, si muovono esistenze, ricordi, visioni, muri in rovina, sparuti «salvati». Qui, con tenace «materia del resistere», nello «sgomento di esistere», la lingua del poeta, materia essa stessa e oggetto di riflessione proprio per il suo essere cifra del visibile e dell’invisibile, cresce, da un passato ripercorso con il coraggio di chi non scansa il dolore, a un presente svelato oltre le illusioni, stanato, colto nel suo franare, sorpreso, perfino, in una «splendente epifania». (Anna Maria Curci)