“Il sabato tedesco”, rubrica da me curata per Poetarum Silva, prende il nome da un racconto di Vittorio Sereni e si propone di raccogliere riflessioni, conversazioni, traduzioni intorno a testi letterari. La puntata di oggi, 12 giugno 2021, propone nella mia traduzione una poesia che Gottfried Benn scrisse circa ottanta anni fa. Il 21 dicembre del 1941 Gottfried Benn inviò all’amico Friedrich Wilhelm Oelze un dattiloscritto contenente sette poesie “biografiche”, tra le quali figura Ein Wort (Una parola). I sette componimenti costituiranno il nucleo primario della successiva raccolta Statische Gedichte (Poesie statiche). L’arte e il suo rapporto con la realtà sono al centro delle sette “variazioni” poetiche del 1941. (Anna Maria Curci)
Una parola
Una parola, una frase -: da segni in cifra salgono
conoscenza di vita, subitaneo senso,
sta fermo il sole, le sfere tacciono
e tutto vi si serra intorno, denso.
Una parola – un fulgore, un volo, una vampa,
uno scagliar di fiamme, d’astri uno sfavillio –
e tenebra di nuovo, gigantesca, divampa,
nel vuoto spazio attorno a Mondo e Io.
Gottfried Benn
(Traduzione di Anna Maria Curci)
Ein Wort
Ein Wort, ein Satz -: Aus Chiffren steigen
erkanntes Leben, jäher Sinn,
die Sonne steht, die Sphären schweigen
und alles ballt sich zu ihm hin.
Ein Wort – ein Glanz, ein Flug, ein Feuer,
ein Flammenwurf, ein Sternenstrich –
und wieder Dunkel, ungeheuer,
im leeren Raum um Welt und Ich.
Gottfried Benn