PRIMA LETTERA DA BABILONIA
Al vecchio che gira la macina
una vena si spezza nella pupilla
e il serpe è vicino alla culla.
Confuso nella paglia e nella polvere
è il sandalo di un profeta ridicolo.
Non è vero che siamo in esilio.
Non è vero che torneremo in patria,
non è vero che piangeremo di gioia
dopo l’ultima svolta del cammino.
Non è vero che saremo perdonati.
Siedo a sera sul margine della foresta.
Le bestie selvagge e timide cercano acqua.
Guardo la grande diga che abbiamo costruita,
i lumi della centrale, l’aereo che scende,
la gente come me che ritorna alle case.
© da Franco Fortini, Una volta per sempre [1963], ora in Tutte le poesie, Mondadori, 2014
3 risposte a “I poeti della domenica #245: Franco Fortini, Prima lettera da Babilonia”
L’ha ribloggato su Paolo Ottaviani's Weblog.
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[…] minaccia. L’ha scritta più o meno venticinque anni fa Franco Fortini (lo stesso che, in una mirabile strofa, scrisse così: «Siedo a sera sul margine della foresta. / Le bestie selvagge e timide […]
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[…] di Franco Fortini, è l’ultimo verso di una poesia meravigliosa che si intitola Prima lettera da Babilonia, la quale poesia contiene versi assai più belli e solenni e icastici di questo, ma questo […]
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