Qual tigre, dietro a chi le invola e toglie…
Qual tigre, dietro a chi le invola e toglie
il caro pegno, o mia dogliosa sorte!,
cors’io seguendo l’empia e sorda morte
altera e ricca delle belle spoglie.
Ma per colmarmi il cor d’eterne doglie,
chiuse a me sovra ‘l limitar le porte:
ché in far le nostre vite manche e corte,
non empie le bramose ingorde voglie.
Tronca allor l’ali ai bei nostri desiri,
quand’han preso spedito e largo volo,
per gir del cader loro alta e superba.
Uopo non l’è, ch’a numer grande aspiri,
certa d’averne tutti; attende solo
l’ore più dolci per parer più acerba.
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da Rime, Stampate in Parma [per Antonio Viotti] con Gratia e Privilegio, 1538

