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Ostri ritmi #9: Maja Vidmar

Prigodnica

Popoldan je postalo jasno,
da ji bo odrezal nogi.
V smehu in vznemirjeno,
z nožem – samo zanjo – topim.
Skozi krilo, nogavice najprej –
desno.
Ne več v smehu, a vznemirjeno –
levo.
Ona hroma, on četveronožec
mrtvih nog.
Pa kaj, saj se še zdaj
smehljava.

Poesia d’occasione

Di pomeriggio fu chiaro
che le taglierà le gambe.
Ridendo nervosamente,
con un coltello – solo per lei – smussato.
Attraverso la gonna, anzitutto i calzini –
destra.
Senza più sorridere, ma nervosamente –
sinistra.
Lei storpia, lui con quattro
gambe morte.
Ma dai, pur adesso sta ancora
sorridendo.

***

Bog

Vedno s sabo, sebe živeč,
razvajenec sebe, Gospoda,
se črkuješ med voskano perje,
zaljubljenec lastnega koda.
Vedno v razkošju svoje
prisotnosti, si raca, si ikar,
si brezperutna prigoda
in sam svoje premirje.
Toda, ko se polagam pod
težo božjega svoda,
ko zdržim v resonanci
tvojih premikov – ko drhtim,
sam Bog, si odvisen
od mojega prevoda.

…..Dio

Sempre con te, che di te vivi,
viziato da te, dal Signore,
ti compiti tra piume cerate,
innamorato del tuo stesso codice.
Sempre nello sfarzo della tua
presenza, sei un’anatra, un Icaro,
sei un avvenimento senz’ali
e la tua stessa inquietudine.
Ma quando mi stendo sotto
il peso della volta divina,
quando resisto nella risonanza
dei tuoi movimenti – quando tremo,
tu, Dio stesso, dipendi
dalla mia versione.

***

Morala angelov

Še prašen od pozlate
pride angel.
Kaj si storila
– reče.
Mislila sem, da si
Ti – trepeče.
Bil sem, a to
te ne opraviči
– odhaja angel.
Zlato zaprši, ko
steče.

…..La morale degli angeli

Ancora impolverato di doratura
arriva l’angelo.
Cos’hai fatto
– dice.
Pensavo che fossi
Tu – tremante.
Lo ero, ma questo
non ti giustifica
– l’angelo se ne va.
Schizza di oro, quando
se ne scappa.

***

Spomin

V čokoladi ne
okušam več čokolade,
ampak spomin
na zadržano odmerjene
koščke in na vonj,
ki je ušel iz kredence,
ko so jemali
boljše kozarce.
In v prvih češnjah
ne iščem tega poletja,
le na tisti občutek
okrogle gladkosti
prežim, na nedolžni
okus brez okusa,
ki se krajša in krajša.
In sladoled
je zame zapravljen
za zmeraj.

Tvoja ljubezen pa
mi uhaja iz ravno
nasprotnega vzroka.
Ne spominjam
se je.

…..Ricordo

Nel cioccolato non
sento più cioccolato,
ma un ricordo
di pezzetti risicati
e dell’odore,
che usciva dalla credenza,
quando si prendevano
i bicchieri buoni.
E nelle prime ciliegie
non cerco quest’estate,
aspetto solo quella sensazione
di rotondità levigata,
l’innocente sapore
senza sapore,
che s’accorcia e accorcia.
E il gelato
per me è sprecato
per sempre.

Il tuo amore, invece,
mi sfugge per la ragione
esattamente opposta.
Non me ne
ricordo.

Fonti:
M. Vidmar, Ob vznožju (Ai piedi), Ljubljana 1998
M. Vidmar, Pesmi (Poesie) in Sodobnost (Contemporaneità) 73, 5, p. 574, Ljubljana 2009

© Traduzione a cura di Amalia Stulin

Maja Vidmar è nata a Nova Gorica, accanto al confine italo-sloveno, nel 1961. Già da giovane si trasferisce a Ljubljana per conseguire la laurea in slovenistica e letterature comparate, fermandosi a vivere nella capitale. Inizia a scrivere negli anni ’80 e i suoi contributi vengono spesso pubblicati in diversi periodici letterari.
Nella lirica di Vidmar emerge uno spiccato influsso del modernismo (sempre d’ispirazione americana), spesso però slegato da contesti concretamente quotidiani. Un elemento ricorrente in molta della sua poesie e quello del sacro: una dimensione tragica che porta un pesante carico di giudizio; l’uomo può però ancora deciderne le sorti.
Dal 1984 al 2012 ha pubblicato sette raccolte poetiche e scritto sulle testate «Nova Revija», «Problemi» e «Sodobnost». Ha vinto numerosi premi, tra cui il pregiato premio Prešeren per la raccolta Prisotnost (Presenza, 2006).

A cura di Amalia Stulin

Una replica a “Ostri ritmi #9: Maja Vidmar”