
Rogoredo
Con una strana durezza, fra tutti quei colori, riguardavo
le nuvole basse e il sole
sempre sopra di me illuminare il finestrino
e la sequenza dei palazzi usciti dal vapore
azzurri fra muri di siepi e pochi colori tutt’intorno
«questi sono corpi», mi dicevo, «e questo è il mio
dove il sole e un treno troppo riscaldato mi disegnano le vene».