POESIA SCRITTA PER PARAGONE
Tra l’una e l’altra giovanile disattenzione
una cosa o qualcosa era importante
prima che ci confondessimo in quel gioco crudele.
E che le nostre braccia erano grandi e leggere
fintanto che ce le dimenticavamo
crescere verso il soffitto come in un Veronese.
Ma poi si vede che non ero fatto
per essere come lo ero per vivere (è una colpa e piace
dirlo in questi anni mischiati di tutto e di colpe nessuna).
Ma io credevo! Ma io pensavo! Ma io cantavo per i corridoi
pieni gli occhi di quelle Sacre Conversazioni
tra gli angioli con le dolci ali viola di bestia
e la veduta in fondo della campagna e del borgo
a un passo dalla miseria e da San Girolamo
con la ciotola il libro e il leone
prima che ci venissero addosso le ricerche espressive
le tenebre i capelli piumati e poi tutta quella
oleosa drammaturgia che pure si vende e abbiamo acquistato.
© Cesare Garboli, Poesia scritta per Paragone, in «Paragone», Anno XX, Numero 236, Ottobre 1969.