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Reiner Kunze, Il muro

25 anni fa, alle 19.20 del 9 novembre 1989, dopo la conferenza stampa nella quale Günter Schabowski, rispondendo a una domanda rivoltagli alle 18.53 dal giornalista italiano Riccardo Ehrman se le nuove norme, appena annunciate,  sulla libera circolazione all’Ovest dei cittadini della RDT  sarebbero andate in vigore da subito, dichiarò (il poeta Günter Kunert ha specificato in una intervista di qualche giorno fa: “mormorò”)  «Ab sofort, unverzüglich» (“da subito, immediatamente”), di fronte a una fiumana di persone riversatasi ai passaggi di frontiera proprio in seguito alla diretta televisiva della conferenza, furono aperti i varchi tra Berlino Est e Berlino Ovest. Si parlò allora, e si parla ancora oggi, di “caduta del muro di Berlino”. Oggi 25 anni dopo, vogliamo ricordare quel giorno con un altro sguardo, quello del poeta Reiner Kunze, che già nel 1990 scrisse la poesia Die Mauer, Il muro. La poesia fu poi pubblicata nel 1998 dalla casa editrice Fischer nella raccolta ein tag auf dieser erde.

 

DIE MAUER

Als wir sie schleiften, ahnten wir nicht,
wie hoch sie ist
in uns

Wir hatten uns gewöhnt
an ihren horizont

Und an die windstille

In ihrem schatten warfen
alle keinen schatten

Nun stehen wir entblößt
jeder entschuldigung

 

IL MURO

Quando lo rademmo al suolo, non avevamo idea
di quanto fosse alto
in noi

Ci eravamo assuefatti
al suo orizzonte

E alla bonaccia

Alla sua ombra tutti
non proiettavano ombra

Adesso stiamo denudati
di ogni scusante

 

Reiner Kunze, da: ein tag auf dieser erde,  sezione die mauer, Fischer Verlag 1998, p. 60
(traduzione di Anna Maria Curci)

 

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3 risposte a “Reiner Kunze, Il muro”

  1. Grazie, Anna Maria, grazie davvero. Non smetto di commuovermi pensando alla divisione della Germania e al muro: sono tornato venerdì sera da un soggiorno in Vestfalia e, come ogni volta, la Germania mi appare un faro di civiltà che ha pagato un prezzo immane per diventarlo proprio a causa della sua storia. Voci come quelle di Kunze raggiungono un’altezza vertiginosa.

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  2. “Il Muro non c’è più” ,questo il titolo dei giornali il giorno seguente :era stato spazzato via da una “rivoluzione pacifica”,come fu definita dagli stessi tedeschi.
    “Adesso stiamo denudati
    di ogni scusante”
    Adesso il male più grave è il muro del male . Reiner Kunze,fuggito dalla ex Repubblica Democratica Tedesca ,alla caduta del Muro,scopre che i suoi principali delatori erano stati alcuni amici scrittori…
    Grazie di cuore, Anna maria .

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