– Nie wieder Zensur in der Kunst –
Pubblicato il 11 ottobre 2013 da Marco Annicchiarico
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Enzo Jannacci è morto di venerdì santo, qualche ora dopo Lacca. O forse, è stato Lacca a morire qualche ora prima di Enzo Jannacci. Jannacci è quello che canta del Bonzo che si dà fuoco, del cecato che fa da palo nella Banda dell’Ortica, del Silvano, di Vincenzina e della fabbrica. Jannacci è il cantante della Milano degli ultimi, di quella Milano che lui e Gaber conoscevano tanto bene e di cui oggi sembra non esserci più traccia. Invece Lacca è, era, il mio gatto bianco. A dire il vero, non era nemmeno mio. C’eravamo scelti, come spesso accade nella vita. Il primo è morto in un letto d’ospedale, circondato dalla sua famiglia; il secondo è morto solo come un gatto, sotto le ruote di un auto. Nessuno dei due, il terzo giorno, è resuscitato.
© Marco Annicchiarico
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Categoria: Flashback 135, Marco Annicchiarico, musica, poesia, poetarumsilva, racconto breve, RubricheTag: Enzo Jannacci, flashback 135, inediti, lacca, marco annicchiarico, poetarum silva, racconto breve, rubrica, venerdì
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splendido
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tenero, nella sua agghiacciante semplicità
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bellissimo, marco
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geniale, desolante e dolce…
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