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I pesci si abituano a tutto. Alle lattine, ai copertoni, alle bottiglie di plastica o di vetro e anche all’uomo. Ogni tanto, di notte, il mare espelle ciò che non gli appartiene; lascia tutto sulla spiaggia. Certe mattine, all’alba, vedi uomini fare avanti e indietro, alcuni con il metal detector e altri con una semplice rete. Con la maschera e il boccaglio, sott’acqua, con aperti estranei occhi guardo un mondo totalmente diverso dal mio. Quando appoggio un piede sul fondale, i pesci si avvicinano in cerca di cibo, poi si allontanano di nuovo. Due di questi, due aguglie, si seguono, sembrano giocare tra di loro e mi girano intorno, senza aver paura. Forse non sanno che li guardo. O forse per loro è normale. Normale come fare giravolte dentro un copertone in fondo al mare.
© Marco Annicchiarico
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10 risposte a “Flashback 135 – Aguglie”
il mare colonizza, si fa casa impropria
a volte. anche con me quando scendo e scalo le profondità. ospite anch’io, sempre.
il mare…
Grazie per ciò che hai scritto.
( buon blu )
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Grazie a te per il commento e il passaggio.
(idem)
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delicato, Marco.
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Ci si prova, anche se qui non sempre viene facile… :)
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fosse facile sarebbe quasi banale :) e sei riuscito a non esserlo.
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Aùgghie, argentate e bellissime. Ho letto natura e silenzio.
Grazie.
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Grazie a te, Clelia.
Qui di natura e di silenzio ce n’è in abbondanza, anche se spesso vengono usati in modo errato entrambi…
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…ma meglio ancora: aùgghi.
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Interessanti queste prose brevi di Marco Annicchiarico, seguo i suoi flashback con piacere ormai da maggio.
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Grazie Jacopo. Il tuo apprezzamento è particolarmente gradito :-)
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