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solo 1500 n. 46 – MACAO

Solo 1500 n. 46: MACAO

I segnali restano tali anche quando gira il vento, le cose importanti restano importanti. Sgomberare una torre è solo mangiare una pedina. Riguardo all’occupazione della Torre Galfa a Milano, fino a stasera (15/05/2012) nulla è andato secondo le previsioni eccetto lo sgombero di stamattina. Le centinaia di ragazzi che hanno reso possibile l’occupazione di questo ennesimo spazio sottratto alla città: sanno di buono. Profumano di bellezza. Sono il contrario della violenza, l’opposto della politica. Dicono: Proprietà privata. Certo, il grattacielo è di Ligresti. Privato, dunque. Non discuto. Mi chiedo soltanto di quanti spazi, possibilità, speranze e sogni, ci hanno privato le persone come Ligresti, come i nostri politici. Il punto è chi ha privato chi? Il popolo dei lavoratori dell’arte si è limitato a occupare una torre, tentando di ripulirla, suonando, cantando, recitando, ballando, disegnando. Ridendo. Il potere (economico-politico) tenta da anni l’esproprio della  cultura, togliendole spazi e possibilità, dalle nostre vite. I ragazzi di MACAO stanno cercando di segnare un punto a proprio favore. Anzi l’hanno segnato. La zona tra via Galvani e Via Fara stasera è un happening. Le battute di gente come De Corato stanno a zero. Vedremo che farà Pisapia, ha parlato della concessione dell’area dell’ex Ansaldo. Non credo che finisca tutto con oggi. MACAO non è una bolla di sapone, è uno zampillo d’acqua chiara. Ferro arrugginito che lascia il posto a pittura fresca. Colorata. La sera del successo di Pisapia al primo turno dell’anno scorso (prima dell’apoteosi dei ballottaggi), il poeta Biagio Cepollaro mi disse: “Vedi, se tutto questo durasse anche solo un quarto d’ora ne sarebbe valsa la pena.” Aveva ragione. Già così MACAO è un trionfo, che si trasformi in un successo, in scintillante realtà quotidiana.

Gianni Montieri

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