da Desiderio senza rimedio
Una bracciata di voci, rumori.
Letargici rami. Gli anziani.
Nell’incantesimo sordo del suono,
potrei dimenticarmi chi sono.
Meno di una pura, cieca
superstizione, più che un giro di vite.
La parola non fu che una voce
in silenzio, un’interruzione.
La pioggia ti decide il volto
di un inverno che scotta troppo.
il cuore batte i denti. un siero
lo rende caldo al gelo. Sorridi.
Se mi arrivasse infame a terra
un alito di sera, la conferma
del tuo odore appena colto –
in una scusa buia, nuda carezza –
ci gonfierebbe i cuori come cupole.
Ma non è luce in me che non ti grida:
sbalordisci la pelle e distogli
l’attesa dalla promessa intuita.
i frutti a terra e la luce che li irradia.
da Il callo della malinconia
MOSTO D’ASSENZA
Questo male il contadino alla vite
sbracciato l’attorciglia. Le fatiche
calpestano l’uva e bramano avide
redenzione per una diversa fine. Ci
resta un canto impigliato nella garza –
una ferita intagliata – la pazienza
sulla pelle di chi pesca assenza.
Le costa il tempo celato
nelle ossa, l’agguato
della costola gemella,
ma è una luce di cotone
la penisola che brulica
nella sua visione.
CROCE E DELIZIA
Disumano inganno un canto
semina nostalgia. È croce
l’insegna di ansiose
delizie che recano affisse
sulle vetrate le chiese
di campagna. insistono
rossori tra i nodi:
spine, fiori tra i rovi.
© Vernalda Di Tanna, Fraintedere le stelle, Pordenonelegge/Samuele Editore 2021
Una replica a “Vernalda Di Tanna, Poesie da “Fraintendere le stelle””
di notevole bellezza, grazie per questo splendido invito alla lettura
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