Gioca per sé, come tutti
un rialzo massimo
la sfinge del convolvolo.
Scommette meno di un soldo
per una vita brevissima,
ma ugualmente sentita.
Prima del concerto di Ferragosto
Stretti nella comune solitudine
dell’operaio pomeriggio festivo,
banconisti fanno vettovagliamenti
per soldati di battaglie rallentate.
Sciacquano tazzine negli acquai
sotto frescure d’altre stagioni.
Soldati in precoce ricognizione
esplorano stupiti un raro mondo.
In licenza
Mi sdraio coi piedi puntati alla Gru,
pollici a nord, capelli a sud. Soldati
intorno a me hanno sospeso la consegna
del salto della fila.
Da adolescenti ci siamo amati
in equilibrio sulle città.
Abbiamo impalcato velieri di carezze
siamo stati bulbi nelle chiglie.
Solo poi abbiamo scoperto
che si ricomincia da una piccola prua.
Barocco straripante di realtà,
l’incauta domanda dell’uomo
che vuole raggiungere
una scansione maggiore?
Ma particolari troppo chiari
ottundono i sensi,
l’informazione può debordare, rivelarsi selva
dalla troppa lucentezza.
O forse è solo un problema di materia?
Può apparire innaturale il fitto intrico,
di foglie rigogliose inciso nella calce
o nel legno macerato di una cattedrale.
© Fernando Della Posta, Sillabari dal cortile, Macabor Edizioni 2021
Una replica a “Fernando Della Posta, Poesie da “Sillabari dal cortile””
[…] Fernando Della Posta in “Sillabari dal cortile”, titolo che richiama quello del racconto di Goffredo Parise, dà voce alla poesia di contenuto civile su un piano, reale. È infatti presente un chiaro riferimento alla realtà storica contemporanea, segnata dalla pandemia e dal desiderio di reagire a una condizione di inerzia per maturare una coscienza dei propri doveri e della necessità di un impegno attivo. Ma è anche attraverso gli incontri e i rapporti con gli altri, come ha giustamente notato la Prof.ssa Maria Allo. […]
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