Di che amore vibra
ogni fibra
della notte spenta
sono qui a filare la tela
d’un arazzo
che non m’appartiene.
Stagna e risecca
come foglia che scrocchia
questa anima
stanca
d’una rete ormai
stretta.
Impetuoso si avvinghia
dolente
il passato qui sfiora
il presente
nello sprazzo fugace
è un ricordo
che si sgretola in tempi
lontani.
Libertà,
scavami fin dentro
le ossa
e metti radici.
Madre
Libera
m’hai fatta
di seguire le mie strade
m’hai insegnato
a guardare indietro
mai per rimpianto,
solo per ricordare.
A me resta
da scriver di te
che sei passata
per una lastra
di vetro sottile
dalla parte di chi tace
muto
dietro all’erto muro
del silenzio tetro
d’una lapide spoglia
passata
dentro al cerchio
d’un rovello
che tanti e tanti ci
accomuna
il ciclo della vita
che si intoppa
sordo
freddo
nella morte.
© Isabella Paola Stoja, La neve dei pioppi, Monetti Editore 2021