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Lorenzo Mele, Poesie da “Casa mia non ha le ringhiere”

 

da Casa mia non ha le ringhiere

Casa

Casa mia non ha le ringhiere:
è un giardino senza alba,
un ramo che scorre verso il mattino.

 

Le madri non vanno a dormire

Le madri non chiudono gli occhi,
se ne stanno sveglie tutta la notte
con la notte, poi al mattino il chiudersi
dei palmi, a pugni chiusi contro la vita.
Le madri non vanno a dormire,
fanno a botte tutto il giorno con il giorno,
poi di colpo uno strascico a terra,
un dirupo le attende in agguato nell’alba.
Le madri hanno la forza dirompente
delle balene: un canto di grazia perenne,
il perdono molesto verso il mondo.
No, le madri non chiudono gli occhi,
loro a pugni stretti sempre,
a doverci insegnare la vita.

 

Al mattino

Lasciami cadere nel tuo inganno,
quello che mi mostri sognandoti.
Voglio credere a qualsiasi cosa dici
purché mi parli ancora.

La morte ti ha tolto di mezzo,
eppure, quando mi sveglio
al mattino, il tuo profumo
apre la luce, e la vita si avvicina
e mi abbraccia piangendo.

 

da Mia madre non vuole morire

Mia madre non vuole morire.
Se ne sta appesa alla fune dei giorni
con la punta delle dita;
ha soltanto una chance
per cadere congruente e precisa
nel burrone della vita.

 

Mia madre giocava
al lotto in continuazione.
Passava intere giornate
a tentare la fortuna.
Non sia mai che la vita
fosse più di una.

 

© Lorenzo Mele, Casa mia non ha le ringhiere, Edizioni Ensemble 2020

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