L’uomo personificato V
Appena uscito dal negozio di scarpe
raccoglie le sue buste e si rimette in viaggio.
Procede verso il centro della Zona
industriale, dal punto di arrivo. Prosegue
guardando le stelle che cadono e
«tremano in modo inquietante»
desidera solo di avverarsi
e così si esprime
(…)
Il contapassi appeso alla cintura infatti
non tiene mai conto della direzione ma
fornisce una misura abbastanza accurata
della distanza, del tempo che passa
e quanto di sé brucia in un passo,
spesso però conta come passi
anche altri movimenti – tipo
allacciarsi le scarpe, accasciarsi
e morire;
o anche i movimenti degli altri.
XII. L’appeso
Pende appeso a un ramo del suo albero
genealogico, come tutti, ma deciso a
diventare una metafora del guardare
le cose da una prospettiva capovolta,
si prende alla lettera:
mentre stava lì gli hanno chiesto allora
com’è la vita rovesciata, lui s’è messo
a ridere e ha risposto morendo poi
si è alzato un po’ di vento
non sapevano se tenerlo fermo,
seguire l’indicazione, se fosse
parte del gioco: non sapevano
per chiudergli la giacca
da che bottone
Il matto
Il matto è fedele alla propria vita
come il cane è fedele al collare.
Non doveva nemmeno essere qui,
ti è capitato davanti e ora
cerca di uscire si tiene al bastone e
ti guarda per capire quanto a fondo
il cane gli morderà le caviglie
Segreteria I
È questo il luogo, la postazione,
o un amico che è passato a trovarti
ma tu non c’eri, fuori a cercare lui, lì
dove sbobina la voce e si attacca alla vita
chi si è lasciato detto.
Il ventriloquo mi spiega che non tutti
gli oggetti della sua stanza
sono reali, non tutte le cose del mondo
che se noi siamo tutte le cose del mondo, io
sono solo cose che si dicono.
© Davide Lucantoni, Mem, Arcipelago itaca 2021