Marco G. Maggi, Il quadrato delle radici. Poesie
Prefazione di Claudio Fiorentini, Edizioni Ensemble 2018
Le poesie della raccolta Il quadrato delle radici di Marco Maggi (Edizioni Ensemble 2018) si fondano su un equilibrio, saldo, nitido, tra rimpianto e rigore. Saldezza dell’impianto e limpidezza del dettato non coprono, tuttavia, bensì evidenziano, piuttosto, il complesso e dinamico combinarsi del soffrire e dell’esperire, del dolore e dell’esperienza, del sentire e dello sperimentare.
Il legame tra natura e anima non solo segue i titoli delle sezioni, Le radici, Ramificazioni, Nel mondo, volutamente polivalenti, ma discende nelle profondità da un lato e crea circonvoluzioni dall’altro, sicché la rete di ricordi, di legami e di associazioni, di richiami, con metafore e allegorie, ad ambiti diversi – il mondo dei numeri, il mondo delle arti visive, il mondo del lavoro, il mondo del piccolo paese e quello della grande città – che ne nasce è ampia e coinvolgente. È ampia e coinvolgente, perché nasce dalla consapevolezza del poeta di essere insieme testimone e parte in causa della storia. (Anna Maria Curci)
Ossidiana
Non salgono le lettere
restano rannicchiate li
tra l’epiglottide e la lingua
a scandire il silenzio.
Eppure ci sarebbe da dire
ma la voce indugia nel buio
un’ossidiana nel vuoto
nella quiescenza dell’attesa.
Solo al di là della diga
oltre al cristallo scuro
ci chiamerà per nome
dicendoci chi siamo.
Il quadrato delle radici
Le mattine avevano fauci di nebbia
inghiottivano prima dell’ingresso
e ti buttavano come una risacca
nelle sineresi dei neon sul linoleum
fino a dileguarsi nel buio dei passi
Si camminava rasenti alla vita
sognando un orizzonte lontano
– e qualcuno sarà poi anche andato
a cercare altrove la sua speranza –
ma i più sono ancora qui dove
anche uno zero ha la sua importanza
aggrappati alle nostre radici
siamo rimasti.
Le castagne di novembre
Non mi serve il giallo delle foglie
un drappo viola da funerale
per capire novembre:
lo ascolto già scorrere
nelle strade più vuote
al raduno nei cimiteri
dal suono delle nostre vite
nelle campane a morte.
In questo mese strano, stregato,
una tormenta di ricordi
sento, sono novembrino,
e il mio tempo
somiglia al frutto del castagno
l’invoglio, di poche spine,
sotto la scorza bruna, coriacea,
racchiude un seme, un cuore,
sempre più friabile.
Audrey
La locandina alla salita di San Siro
annunciava lo splendore di una stella
la cui luce sarebbe apparsa
nella stanza del cinema parrocchiale.
Adesso mi manca la tua classe
la tua continua lezione di vita
come un Mr. Higgins un po’ pedante
con il fascino di My Fair Lady.


Una replica a “Marco Maggi, Il quadrato delle radici”
[…] Potete trovare alcune poesie selezionate dal mio libro “Il quadrato delle radici” e una nota della carissima Anna Maria Curci al seguente link: Marco Maggi, Il quadrato delle radici […]
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