
De Cultu Virginis
Prima di posare sul sagrato si libra ad ali tese
negli specchi di luce bagnata, rotti da un piede verde;
al Malcontento Bar ferisce mortalmente uno sconosciuto
scambiandolo per il suo seduttore.
Altri esempi: torri nel pozzo di San Giminiano, l’amo
al luccio, la rossa in buca. Perciò se al diavolo di Cartesio
(riviviamo il brusco atterraggio che ci lasciò sabato tutti
confusi nelle nostre tenebre
con una gamba ingessata, la penna che macchiò in volo la giacca)
all’ultimo gioco si strappò la membrana – sul Palazzo della Ragione
rivola, proprio quando impugnando l’unica stecca buona
rivinsi al Duca di Sessa
l’abiura. Spesso preghiamo che Dio ci dia una mano
(un cilindro di carta d’amaretto, dateci fuoco in cima,
attenti ! la cenere sale, su quasi fino al soffitto!)
e i bambini imparano che
sbocciano immobili giorni in cui non ricevono doni,
a non calpestare i fiori, strappare ali a gialle farfalle
o fidarsi di uomini che in tasca nascondono molte chiavi
e mutano in una fonte. Un uccello
bianco ogni tanto lacera aquiloni nel sole. TEOREMA:
Francesco Petrarca era forse infelice di non avere il caffè?
