Michele Paoletti, Breve inventario di un’assenza, Samuele Editore 2017
Con un dettato che ha nella chiarezza, nella capacità di raggiungere e colpire chi legge senza perdersi in giri tortuosi, i testi di Breve inventario di un’assenza si muovono tra i poli dell’evocazione del passato, espressa al tempo imperfetto, e della prefigurazione dell’avvenire, che appare, come è naturale aspettarsi, al tempo futuro.
Il convitato di pietra dei nostri tempi, il lutto – il dolore, il senso lancinante della mancanza – è in questa raccolta allo stesso tempo motore e oggetto dell’opera poetica, senza meandri, senza sottintesi.
A tanta apparente semplicità corrisponde, è bene sottolinearlo, una impalcatura frutto di un progetto compositivo ben definito. La progettualità nella composizione non si manifesta soltanto nella articolazione della raccolta in tre capitoli – La terra intatta, Inventario, Muri – ma anche nei versi di ogni singolo testo.
Sono composizioni per lo più brevi, composte prevalentemente da una strofa – alcuni soltanto si articolano in due strofe – con misure metriche che solo raramente superano l’endecasillabo e che hanno il loro nucleo, vale a dire il verso finale che condensa il messaggio e si imprime in molti casi sotto forma di settenario o novenario, preparato abilmente dai versi che precedono.
Nella precisione del comporre non è contemplata l’ansia di innovazione formale a tutti i costi, anzi: i riferimenti a quanto letto e scritto in precedenza (penso al “canto di pianura” così ricco di suggestioni letterarie, ivi compresa, tra le più recenti, quella che si richiama a Il peso di pianura di Nadia Agustoni) si inseriscono organicamente in un’opera senz’altro unita da un forte filo conduttore, dotata dunque di spiccata organicità, come fa notare Gabriela Fantato nella prefazione.
© Anna Maria Curci
2 risposte a “Michele Paoletti, Breve inventario di un’assenza”
L’ha ribloggato su RIDONDANZEe ha commentato:
Da una eco lontana.
Paiono appoggiate dal vento tutte le parole.
Sostenute dal un caldo alito.
Scirocco di parole.
Un sussurro poetico.
Dirompenti e lievi.
GRAZIE Anna Maria.
Un forte saluto all’autore.
Grazie Anna Maria.
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Grazie, Mauro, per la tua lettura!
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