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PoEstate Silva #34: Michele Zizzari, da “Processo a Elah”

I

ANTEFATTO. Pianeta Terra, anno 2084, in una periferia urbana parecchio degradata dell’Italia Settentrionale. Un piccolo essere, che la penombra non riesce a mostrare chiaramente, trema dal freddo e dalla paura. Si è nascosto tra cumuli di rifiuti, dietro una levatrice robotica dismessa di vecchia generazione in un capannone industriale abbandonato. Dal Centro Operativo per la Disinfestazione Sociale una voce metallica dà istruzioni alla Squadra Recupero Essere Alieni e Diversi: “Attenzione! Una serie di segnalazioni da parte di abitanti terrorizzati ha confermato la presenza di un soggetto alieno non identificato nella periferia nord della città di Suburbia, nei pressi della discarica A4D5. Ordine di cattura AK509KF. Intervenire con decisione e cautela, il soggetto potrebbe essere pericoloso, radioattivo e armato d’armi da fuoco e batteriologiche!”

Due disinfestatori sociali in tuta, casco e guanti antiradiazioni localizzano il piccolo essere, lo catturano con una rete in filo di carbonio come quella delle racchette da tennis, lo infilano in un sacco telato, anch’esso di carbonio, e lo portano via con il loro blindato, per condurlo al Campo di detenzione ed espulsione per immigrati extraterrestri. L’essere si dibatte disperatamente all’interno del sacco emettendo lamenti, stranamente deboli, più impauriti che minacciosi.

Come gli altri detenuti alieni e diversi, trascorrerà alcune settimane di disumana permanenza nel Campo di detenzione ed espulsione per immigrati extraterrestri, prima che venga istruito un processo a suo carico, solitamente per immigrazione clandestina e per attentato alla Sicurezza Terrestre.

 

Da: Processo a Elah, in Michele Zizzari, Favole per un mondo possibile, L’arcolaio, Forlì, 2018

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