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Gassid Mohammed: due poesie da “La vita non è una fossa comune” (L’arcolaio, 2017)

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Gassid Mohammed, La vita non è una fossa comune, L’arcolaio, 2017

 

In Iraq
la morte è diventata un terzo fiume
sulle sue rive galleggiamo
vivi e morti.

 

Sangue e resti umani
sulle pareti delle nostre menti
come le pareti di un ristorante o di un bar
in cui è esplosa la morte.

Tante persone nelle nostre immaginazioni
mutilate e sfigurate
e ora temiamo d’immaginare i nostri cari;
chi può immaginare un uomo intero?

Nei nostri pensieri nascono persone
senza teste né estremità,
nascono bambini allattati dal seno della morte
nasce la morte in facce che conosciamo.

Con la morte si sono spalmate le nostre lingue
con la morte si sono avvolte le nostre parole.
La morte nelle nostre poesie
molto più di quanto non sia nei nostri paesi.

 

Gassid Mohammed è scrittore, poeta e traduttore iracheno nato a Babilonia nel 1981; dopo la laurea quadriennale a Baghdad continua gli studi a Bologna. Nel 2011 conclude la magistrale in Italianistica, per poi conseguire il dottorato nel 2015. Attualmente vive a Bologna ed è docente di lingua araba all’Università di Bologna e all’Università di Macerata. I suoi testi sono apparsi su diverse riviste cartacee e online, e in diverse antologie. Tra le sue traduzioni dall’italiano all’arabo ha tradotto: Il corsaro nero di Emilio Salgari (Al Mutawassit), La bella estate di Cesare Pavese (Al Mutawassit), Senilità di Italo Svevo (Waraq), dall’arabo all’italiano ha tradotto: Le istruzione sono all’interno di Ashraf Fayad (Terra D’Ulivi), Marsa Fatima di Haji Jabir e Una barca per Lesbo di Nouri al Jarrah (entrambi in corso di pubblicazione presso L’arcolaio).


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