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Estratti da ‘Nulla sanno le parole’ di Daniela Gentile

 

Poco, niente, concede
a noi il tempo, nelle vite degli altri.
Se la parola è un evento
e se solo le azioni, le virtù fanno di noi
qualcosa di simile al ricordo
allora basti scrivere in poesia
le viltà del nostro amore
le gesta eroiche del gatto, in soggiorno
tra le orchidee ancora al sole
il pudore delle comete
la notte in cui ci siamo allontanati.
Le ore in un museo, soltanto,
non sembrano avere avverso destino
e toccare la fine della luce
del tempo con te.

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REALIA

Il cielo è sempre violento con noi.
Ci illude che le cose possano passare come passano i colori dall’azzurro al rosso cupo.
Abbiamo resistito a lungo nel non dirci della malinconia delle domeniche pomeriggio: ci affezioniamo a colori di copertine, tazze sbeccate, scontrini stropicciati, qualche matita.
Miopi verso la cura degli argini e dei confini fragili della comunicazione, speriamo che i bordi del cuore sfumino in un magenta delle sei, dopo il temporale.
Ma di aria siamo quasi e si fa esperienza, per caso, la finestra che chiude le nuvole più in là, prima della sera.
Hai paura del buio, tu?

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IL MIO TU È UN ISTITUTO

E ritorno ai confini, alle linee che restano ancora da tracciare nelle curve dei tuoi silenzi.
Renderà l’alba l’equazione delle mie variabili, come gesso che s’assottiglia tra le tue dita stanche, come il cielo alla stazione che mi aspetta solitario, di venerdì.
Prenderò in prestito numeri simboli funzioni dai tuoi fogli.
Conterò i luoghi dove non ci sei come tappe obbligate delle mie malinconie e rilegherò per te quel che resta delle nuvole, del blu, della nebbia.
È nell’accento il segreto di quel che non dici.
Hai paura del buio, tu?

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AFTERGLOW

Le altezze soltanto valgono a raccontare la persistenza di noi in questo inverno: gli stormi di uccelli che migrano incantano anche il vento, le tue lontananze.
Poche luci si mantengono oltre i tetti e i riverberi del tramonto dondolano il ricordo di un nostro incontro.
Sono, oggi, più sensibile alla studiata felicità (sola felicità possibile) di questi risultati che sembrano (devono sembrare) doni del cielo e implicano invece tutto un atteggiamento e un’esperienza.
Ho paura, da quassù, che niente tornerà indietro se non poche nuvole bianche, qualche stella e un’impercettibile sensazione di esattezza.

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NOTIZIE DAL DILUVIO

“Attenuanti sentimentali” mi era parso, sin dall’inizio, un bel titolo.
E del fatto che le cose ritornino ciclicamente ci avverte anche il gatto, in giardino, già timoroso dell’autunno sotto i gerani: porre fine alle pretese e alle spiegazioni è già il segnale di una nuova, diversa stagione?
Si svuotano di colpo i cassetti per far spazio alle sciarpe. Sarò lì presto, mi hai detto, fingendo progetti che ora il tetto stenta a sopportare (le tue leggi cederanno prima o poi e con loro l’indirizzo delle tue debolezze: ignori tutto, si sa, delle mie fughe e dei tradimenti di me).
Piove dal soffitto stanotte, ti rispondo, e nulla avrà pietà dei nostri sentimenti: il treno delle tre o le nostre carezze tra gli ombrelli.
La vita è così puntuale, dopo di te.

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© Daniela Gentile, Nulla sanno le parole, Pietre vive editore, 2017. Qui


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